Questa storia è vecchia come il mondo però pian piano ci sono delle novità che stanno dando vita ad un puzzle molto difficile da completare. Stiamo parlando di come il peso delle modelle possa influenzare la visione delle donne soprattutto nelle nuove generazioni. Molti credono che la loro magrezza sia eccessiva e che questo fisico così esile non sia un buon esempio per raccontare la bellezza femminile.

Per anni sono circolate voci su questo spinoso argomento con stilisti alla gogna e modelle sul banco degli indagati. Qualche tempo fa James Scully, un casting director molto famoso e apprezzato nell’ambiente ha parlato di vere crudeltà e discriminazione nell’industria della moda tirando in ballo atrraverso Instagram anche brand come Lanvin e Balenciaga.

Mercoledì, proprio in concomitanza della New York Fashion Week Due colossi del business fashion LVMH (Fendi, Givenchy, Louis Vuitton, solo per citare alcuni brand) e Kering (Gucci, Bottega Veneta, Saint Laurent) hanno pubblicato “The Charter on Working Relations With Fashion Models and Their Well-Being” una sorta di manifesto che regola la relazione tra brand e modelle e che migliorerebbe la loro condizione di lavoro.

Nella carta si legge che non verranno più accettati modelli con meno di 16 anni e che la loro taglia minima deve essere la 34 per le donne (ovvero la nostra taglia 40) e la 42 per l’uomo (la nostra 46). A disposizione nell’orario di lavoro uno psicologo, cibo e bevande, niente alcool fino a 18 anni e per quanto riguarda proprio i modelli giovani è necessario anche che ci sia un tutor ad affiancarli. Inoltre è strettamente necessario che frequentino la scuola e che non lavorino negli orari che vanno dalle 22 alle 6 del mattino.

In una dichiarazione al New York Times, François-Henri Pinault Ceo di Kering ha affermato: “Rispettiamo la dignità di tutte le donne, questo è sempre stato un impegno personale per me e una priorità per Kering come un gruppo. Attraverso l’istituzione di questa Carta e il nostro impegno a rispettare i suoi termini, stiamo nuovamente manifestando l’importanza di questo valore fondamentale in maniera molto concreta“.

Anche Antoine Arnault, membro del consiglio di amministrazione di LVMH si è espresso sull’argomento: “Abbiamo la responsabilità di costruire nuovi standard per la moda e speriamo di essere seguiti da altri attori del nostro settore“.

Come si fa a cambiare veramente la situazione? Scully ha dichiarato a Vogue America.  che  il cambiamento sta avvenendo e le modelle stanno pian piano riaffermando la loro voce. Molto spesso, soprattutto se sono molto giovani, subiscono molto stress ed hanno poco potere decisionale e finiscono per accettare i compromessi pur di non perdere l’ingaggio. L’obiettivo è quello di far gestire la carriera alal modella e al porprio agente in modo da seguire le proprie inclinazioni e i propri gusti, senza imposizioni.

Martina ZANGHI’
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