Proprio come le tendenze fashion, ci sono le diete ‘di moda’ . La più cliccata secondo il New York Times in questo periodo sembra essere la Whole 30 diet che nasce, come molto spesso capita, da un libro che si chiama appunto Whole30 scritto da Melissa Hartwig e Dallas Hartwig anche ideatrici del ‘miracoloso’ programma.

Come funziona questa dieta? (Niente di nuovo!) Si tratta di un regime alimentare che assicura un dimagrimento efficace in soli 30 giorni. Il focus del programma ricorda una vecchia conoscenza, la paleo diet che consiglia l’assunzione a volontà di proteine animali, di carne o pesce, alcuni tipi di verdure crude e frutta, di amido di patate in sostituzione agli amidi di cereali. Sì quindi a carni bianche e rosse, anche crude, al pesce, facendo attenzione a mitili e crostacei, uova, verdure crude che non gonfiano (come pomodori, melanzane, lattuga, peperoni) e frutta di stagione (no a melone, anguria, kiwi, arance, albicocche) da consumare preferibilmente lontano dai pasti.

Banditi cereali, farina, mais, yogurt e formaggi che non siano il parmigiano, così come minestroni e verdure cotte. Secondo le ideatrici del programma il corpo umano non si è adattato nel corso dei secoli al consumo di cibi che i nostri antenati non conoscevano migliaia di anni fa, come i latticini, il grano, gli zuccheri e i legumi che vanno dunque banditi dalla nostra dieta.

Si tratta in fin dei conti dell’ennesima dieta proteica che affatica il fegato ma che permette di ‘dimagrire’ velocemente. Ad attirare le persone a seguire la  Whole30 ci sono, molto probabilmente, le foto accattivanti del prima e dopo che sono molto apprezzate anche sui social (in alto una raccolta di before ed after trovati facilmente su Google). Ed è proprio qui che gira anche l’hashtag #deathofdignity. Un marchio tristemente riservato a chi sgarra, a chi non porta a termine i 30 giorni. In questo caso purtroppo, bisogna ricominciare da capo. Nessuna pietà.

MaZ