Come affrontate un problema estetico? C’è chi lo sfoggia rendendolo un proprio punto di forza, chi lo vive con rassegnazione, chi invece lo considera un vero problema che lo debilita nel rapporto con gli altri, chi invece chiede aiuto ad un esperto e investe tempo e denaro per cambiare.

Ogni approccio è comprensibile, ognuno di noi è diverso. Allergan ha sviscerato l’argomento interpellando diversi esperti per mettere a fuoco il problema e sollevando un dibattito. Nello specifico parliamo di ‘doppio mento‘, un inestetismo un po’ trascurato che non è per forza legato al sovrappeso. Spesso è una predisposizione genetica, si tratta di un agglomerato di grasso localizzato che appesantisce il collo sia delle donne che degli uomini. Non ci sono miracolosi esercizi di ginnastica facciale o strampalati passamontagna da infilarsi prima di andare a dormire che possano migliorare la situazione.

Rajan Tolomei, international make-up artist di Max Factor, afferma che durante la sua esperienza lavorativa, questo particolare ‘difetto’ viene accettato con rassegnazione e il contouring, ovvero il trucco correttivo che si fa sul viso per renderlo più ‘scolpito’ è un piccolo aiuto a cui ricorrono molte persone (non solo Kim Kardashian).

Sonia Grispo, influencer e blogger, riflette invece sul mondo dei social. Lo smartphone diventa un’arma a doppio taglio, l’esercito dei selfie trasmette immagini che vengono condivise da tantissimi utenti sfociando in una situazione che può essere pericolosa. La propria immagine subisce molti giudizi, il doppio mento, il naso, le rughe le labbra, ogni pretesto è buono per subire attacchi sul proprio aspetto esteriore e se non entra in gioco la coscienza e la maturità personale si finisce ad essere schiavi di un’immagine che non corrisponde alla realtà.

In ambito psicologico, questo meccanismo è stato brillantemente esposto anche dal professor Luca Mazzucchelli che afferma tutto ciò che sappiamo bene ma che a volte dimentichiamo. La percezione di noi stessi e della nostra estetica influisce sul nostro comportamento. “Modificare il nostro corpo non è sempre sintomo di vanità o narcisismo, – precisa lo psicologo e psicoterapeuta – è spesso invece un gesto d’amore verso noi stessi, una cosa che aumenta la nostra sicurezza e autostima“. Mente e corpo sono intrinsecamente legate e come è efficace intervenire sulla mente per modificare il corpo e i comportamenti è ugualmente efficace agire sul corpo per ‘modificare la mente’.

Lo specialista in chirurgia plastica ed estetica Erminio Mastroluca infatti afferma che il suo compito non è quello di rendere il paziente esteticamente perfetto ma di renderlo equilibrato andando a lavorare proprio su quello che non lo fa sentire a suo agio. Ci deve essere infatti un’analisi completa del paziente per capire come e se agire.

Grazie alle innovazioni studiate da Allergan il problema del doppio mento è un po’ più facile da combattere perché è stato elaborato un trattamento con a base una sostanza specifica che va ad eliminarlo in maniera permanente (lo studio è stato effettuato a 5 anni e la problematica non deve essere in stato troppo avanzato), l’acido desossicolico. Questa sostanza va iniettata nel grasso sottocutaneo, dove agisce direttamente sulla membrana cellulare delle cellule adipose, provocandone la distruzione. Il report Allergan afferma che “l’efficacia e la sicurezza della soluzione iniettabile sono state confermate da una valutazione clinica, che comprende quattro studi di Fase III che hanno coinvolto più di 2.600 pazienti in tutto il mondo, dai quali emerge che il tasso di efficacia complessiva a 12 settimane dall’ultima iniezione raggiunge fino al 78,5%“.

Il trattamento deve essere eseguito in regime ambulatoriale da un medico specializzato, e definire con il paziente il numero ideale di sessioni di trattamento, in base alle specifiche caratteristiche del viso e ai desideri personali. Sono necessarie al massimo 6 sessioni anche se già dopo due sono visibili i primi benefici. I trattamenti vanno effettuati ad almeno 4 settimane di distanza l’uno dall’altro.

Martina ZANGHI’