Nei forum di medicina è sempre più frequente una domanda da parte di donne sulla trentina:
E’ possibile che io sia in menopausa”?

I medici interpellati, ginecologi ed endocrinologi, non possono far altro che confermare il dubbio delle donne, ammettendo che questo fenomeno sta diventando sempre più frequente.
La menopausa precoce o POF (Prematurian Ovarian Failure, cioè impoverimento ovarico precoce), ovvero la cessazione prima del tempo dell’attività ovarica e dunque del ciclo mestruale, affligge dal 4 al 6% delle donne sulla trentina, e com’è ben intuibile non è un evento naturale.

Il più alto fattore di rischio della POF è l’endometriosi, patologia cronica dei nostri tempi la cui causa non è stata ancora chiarita, per la quale si impiantano cellule della mucosa uterina al di fuori dell’utero, dunque nelle ovaie, nelle tube, e persino nell’intestino, che provoca infiammazioni, aderenze e sanguinamento oltre che, nell’80% dei casi, anche infertilità.

Capire di essere in menopausa precoce è semplice. I sintomi sono inconfondibili: il ciclo mestruale cessa, sono frequenti gli sbalzi d’umore, il calo della libido e i problemi di controllo della vescica. Le conseguenze sono l’osteoporosi e il rischio più alto di malattie cardiache.

A provocare la menopausa precoce però non è solo l’endometriosi. Possiamo infatti reputarla come la conseguenza del nostro stile di vita e della nostra continua evoluzione.
Lo stress infatti, costante della donna moderna abituata a non fermarsi mai, influisce anche sulla salute e sugli ormoni, provocando sbalzi di non poco conto. Allo stesso modo, influiscono il fumo, che aggiunge dunque un altro punto alla sua lista dei gravi danni che provoca, le terapie radianti e la chemioterapia.

Ma non è finita qui: un ruolo decisivo è giocato infatti dall’inquinamento: a furia di respirare sostanze tossiche, gas di scarico, solventi e molto altro, le ovaie diventano sempre meno produttive, quasi volessero adattarsi all’impossibilità di mettere al mondo un figlio in un simile mondo.
Le sostanze maggiormente nocive sono il 2-bromopropane e la diossina che sembrano giocare un ruolo decisivo nell’impoverimento ovarico.

La Pof non provoca soltanto la cessazione dell’attività ovarica e le sue conseguenze: nelle donne affette sono inevitabili i crolli emotivi e psicologi, causati dal sentirsi private di un pezzo fondamentale della propria femminilità.

Caterina Damiano