Se Gabriele D’Annunzio era riuscito a fare della sua vita un’opera d’arte, Anna Piaggi ha fatto un balzo ancora in avanti, facendo di se stessa un’opera d’arte. Visionaria, poliedrica, donna dalle mille anime, la Piaggi riusciva a vedere quello che gli altri non erano in grado di vedere e gli dava forma in look unici e straordinari, frutto di una dirompente forza creativa e di un’immaginazione straordinariamente fervida.

Musa di Karl Lagerfeld, amatissima nel mondo della moda, adorata da uomini del calibro di Manolo Blahnik, Gianni Versace e Castelbajac, di cui era amica, la giornalista – che inventò il mestiere del fashion editor, redattrice di Arianna, il primo periodico di moda femminile italiano – ammaliava tutti con il suo carisma, testimone di quella contaminazione tra arte, società e cultura che ha cambiato la moda.

La regista Alina Marazzi ha deciso di raccontare, oggi, la vita straordinaria di Anna Piaggi in un docu film dal titolo “Anna Piaggi, una visionaria della moda“, presentato al Biografilm Festival di Bologna, che ripercorre la vita di questa icona della moda, passando per quelle che sono le sue capitali (Parigi, Londra, Milano), partendo dai primi Anni ’60, quando incomincia ad occuparsi di moda nei primi anni ’60 su sollecitazione di Alfa Castaldi, figura chiave della fotografia italiana, che Anna sposerà nel 1962.

Colta e anticonformista, subiva il fascino delle contaminazioni tra culture e cose, collezionava cappelli (una collezione invidiabile, che la rendeva immediatamente riconoscibile, insieme al suo colore di capelli blu puffo, nato da un errore del parrucchiere e di cui lei aveva fatto tratto distintivo), cercava e scovava abiti nei mercatini di tutto il mondo, non aveva paura di indossare abiti di teatro, tende, tappezzerie del divano, velette e tutto quello che la sua fervida forza immaginifica le suggeriva.

Di lei apprezzavo soprattutto la dimensione archeologica. Nel suo modo di vestire andava in scena uno scontro, era una battaglia storica vivente tra presente e passato, tra gli indiani d’America e il punk“, dice Alina Marazzi, che ha partorito l’idea di un documentario sulla Piaggi, durante la catalogazione dei suoi oggetti a Milano, avvalendosi di una preziosa e accurata selezione di immagini, di fotografie inedite provenienti dall’archivio fotografico di Alfa Castaldi, Ugo Mulas, Baldo Fabiani e di testimonianze di alcuni dei più conosciuti stilisti del mondo.

Pinella PETRONIO