Riservato. Come in questi tempi di social network, in cui anche i designer più famosi mettono in vetrina non solo la loro arte ma anche il proprio privato, non siamo più abituati a vedere. Azzedine Alaïa è forse uno dei più straordinari artisti che la moda ci abbia regalato. Genio assoluto, scrupoloso e attento al dettaglio, Alaïa è stato in grado di compiere una piccola rivoluzione, per non tradire mai se stesso. È stato in grado di cambiare i tempi della moda, piegandoli ai suoi, meno frenetici e più lenti.

Famoso in tutto il mondo per la sua totale riservatezza, ma ancora di più per la sua abilità sartoriale, lo stilista tunisino ha destato l’interesse dello stylist Joe McKenna, che proprio a lui ha voluto dedicare un documentario – realizzato in collaborazione con Carla Sozzani, Ellen Von Unwerth e Bruce Weber – che in 25 minuti racconta per immagini e personaggi il carattere schivo di Alaïa.

Osservare per la prima volta il lavoro di Azzedine Alaïa ha cambiato totalmente la mia visione della moda. Avevo sempre pensato che fosse un concetto legato all’abbellimento, all’ornamento. Da quel momento invece ho capito che la moda è progetto. È architettura“, con queste parole di Nicolas Ghesquière si apre il corto di McKenna in cui possiamo apprezzare momenti intimi dello stilista tunisino, ripreso e immortalato in compagnia di cari amici, ammirare filmati delle sue primissime sfilate di prêt-à-porter a Parigi e goderci una visita nell’atelier parigino di Alaïa.

Naomi Campbell, Grace Coddington, Nicolas Guesquière e Suzy Menkes, sono tra le voci narranti del corto, chiamate a raccontare la creatività di uno dei primi stilisti a cogliere il valore di poter lavorare con le top model, tanto è vero che all’interno del documentario è possibile riconoscere modelle, ancora giovanissime, del calibro di Linda Evangelista e Cindy Crawford, indossare le straordinarie creazioni del designer tunisino.

 

Pinella PETRONIO