Creatività, ingegno, amore per la moda, rispetto per l’ambiente, un pizzico di coraggio e la voglia di sfidare un mondo che ancora guarda con una punta di diffidenza alle imprenditrici. Questi gli ingredienti di DueDiLatte, marchio Made in Italy, nato da un’idea di Elisa Volpi e Antonella Bellina, che, nel più assoluto rispetto dell’ambiente, crea capi di abbigliamento usando tessuto in fibra di latte, eco-friendly, naturale ed ecologico che idrata e coccola la pelle come una carezza. Abbiamo intervistato per voi, Elisa e Antonella che ci hanno raccontato non solo la filosofia che sta alla base del loro brand, ma anche cosa significa essere donna in un settore ancora troppo smaccatamente maschile.

Da dove nasce l’idea di utilizzare le fibre del latte per la creazione di capi di abbigliamento?
A: L’idea nasce nel 2008 durante uno dei miei viaggi di lavoro, trovandomi a parlare di tessuti ecosostenibili con un fornitore di fibre naturali del far-east che esaltava le qualità della fibra ottenuta dal latte realizzata con il procedimento del brevetto italiano degli anni 30. Mi incuriosì molto perché sino a quel momento avevo sentito parlare e lavorato con cotoni e lini organici, sete bio e sentito parlare di filati di canapa e cocco, persino di ortica e mais, ma mai di Latte. Così al mio rientro in Italia decisi di approfondire le ricerche e rimettendo mani al procedimento iniziale oggi riusciamo ad ottenere un tessuto molto più performante ed innovativo rispetto a quello che veniva realizzato nel periodo autarchico. Non solo, il procedimento seguito oggi parte da un concetto di riciclo vero e proprio degli scarti agroalimentari e cosmetici per cui oltre ad essere un tessuto naturale è anche ecologico. Quando nel 2013 incontrai Elisa trovammo insieme la via per mettere a frutto questa intuizione trasformando il progetto nella realtà che DueDiLatte rappresenta oggi.
E: Alla base di DueDiLatte c’è la voglia di creare un tessuto prezioso e naturale, che oltre ad essere piacevole da indossare, possieda proprietà uniche. Abbiamo studiato a fondo le caratteristiche della fibra per poi sviluppare un tessuto che rispondesse a standard qualitativi elevati mantenendo tutte le proprietà della fibra di latte.
Qual è la filosofia che sta dietro al progetto?
A/E: La volontà di rendere il mondo un posto migliore. Walt Disney una volta ha detto “ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle”. Con DueDiLatte cerchiamo di cambiare le regole. Il mercato ormai è saturo, il consumatore ha perso una “coscienza responsabile” degli acquisti che fa e le risorse naturali ormai si stanno esaurendo. Iniziare a dare una mano all’ambiente, nel nostro piccolo, scegliendo di “vestire responsabilmente” è il nostro contributo per cercare di invertire la tendenza. Siamo convinte che il mercato si stia direzionando verso una nuova consapevolezza. Leggere l’etichetta e dare un valore a quello che si acquista coinvolgerà un numero sempre maggiore di persone. I dati dell’industria alimentare confermano questa tendenza: oggi le persone sono più attente al loro stile di vita, a ciò che mangiano e anche a quello che indossano. Con i nostri capi rispettiamo l’ambiente, facciamo bene a noi stessi indossandoli e soprattutto attribuiamo valore al concetto del Made in Italy. Scegliere di produrre in Italia, tessuti e capi che hanno una riconoscibilità a livello internazionale è un modo per valorizzare un processo di innovazione che affonda le radici nel territorio e nella storia guardando al progresso e all’innovazione.
Da dove prendete ispirazione per le vostre collezioni?
A/E: Siamo molto empatiche, assorbiamo come delle spugne il mondo intorno a noi e lo traduciamo in volumi, forme e colori. Ci piace contaminare uno stile lineare con grafiche eclettiche, ci piace collaborare e mischiare mondi anche distanti tra loro, fondendoli insieme. Collaboriamo con Artisti e Fotografi che realizzano per noi opere da traslare sui nostri capi sotto forma di grafica. Lelè Picà per citarne uno è un artista visionario fu*turista che ha realizzato dei quadri che sono diventate grafiche su T-shirt, oppure Giusy Anzovino che con i suoi disegni ha realizzato dei veri e propri pattern per la stampa allover su tessuto. Il mondo contemporaneo e l’arte si fondono nelle nostre collezioni ed ogni stagione cerchiamo di dare una personale interpretazione di quella che è la nostra percezione delle tendenze. Per l’Estate 2016 è nata una Capsule Collection con la scrittrice di best seller e fotografa Hélène Battaglia. La capsule si chiama I Love Fashion ed è ispirata dalle shop windows più suggestive, fotografate da Hèlène, della capitale della moda: Milano.
Due donne al comando dell’azienda. Ci sono ancora dei pregiudizi che celano un retaggio maschilista o è diventato più semplice per le donne fare impresa?
A: Beh diciamo che non è affatto semplice! Essere donne e avere un progetto come questo è una vera e propria impresa! Ma la vera sfida non è stata essere “donne” ma essere credibili. Non dimenticherò mai le facce dei primi fornitori quando parlavo loro di fibra e tessuto di latte. Uomini anche abbastanza in là con l’età, che mi guardavano come se venissi da Marte. Hanno scommesso su di noi mettendo a nostra disposizione la loro esperienza e noi abbiamo portato una ventata di aria fresca ed innovazione che oggi è una realtà. Credo sia questa la vera “chiave di svolta” in questo nostro progetto, le persone, generazioni a confronto, che sono riuscite ad instaurare un rapporto a volte paradossale ma perfettamente in equilibrio.
E: Nonostante si senta parlare del “pink power”, devo ammettere che non è stato e non è semplice essere donne in campo imprenditoriale. La difficoltà più importante è stata forse guadagnarsi la fiducia nel settore, far valere il nostro progetto e dargli credibilità. Negli anni però abbiamo imparato a confrontarci con i nostri interlocutori. Questo sicuramente ci ha arricchite sia come persone che come professioniste.
Carriera e vita privata, riuscite a coniugare tutto? O le donne devono ancora rinunciare a qualcosa?
A: La famiglia è parte integrante di questo progetto. Da quando è nato ad oggi la mia famiglia mi ha sempre sostenuto e mio marito oggi è il mio primo fan. Certo le difficoltà ci sono, perché spesso si lavora senza guardare l’orologio, si rimandano cene fuori o si saltano i pranzi a casa, ma trasformare una passione in lavoro è quello che alla fine della giornata ti fa sentire vivo e chi ti vuole bene ti “supporta e sopporta” sempre. La famiglia del resto è anche questo, no?
E: Difficile, davvero difficile coniugare tutto. Personalmente a volte mi sento in difetto nei confronti di mio marito, magari perché ho fatto tardi e non sono riuscita a preparare la cena come avrei voluto. Si deve poi mettere in conto pochissimo tempo per se stesse e periodi davvero stressanti. Ma d’altra parte quale lavoro oggi non è così?
Quanto è difficile fare impresa oggi?
A: Gli ostacoli posti dalla burocrazia, dalle leggi e dai trabocchetti istituzionali sono sempre all’ordine del giorno. Bisogna avere un buon commercialista e tanto buon senso. Cercare di tenere sempre sotto controllo le spese e fare in modo che i benefici siano pari o superiori ai costi. Bisogna ingegnarsi in tutto, rispettando sempre il lavoro altrui. Fare impresa mi ha portato a sviluppare un senso critico maggiore a cominciare da me stessa, mi ha spinta a migliorarmi costantemente e a trovare soluzioni sempre fantasiose! Sorrido quando vengo definita “imprenditrice” perché nell’immaginario collettivo l’imprenditore è visto come colui che fa la bella vita, io invece lavoro molto di più rispetto a quando ero dipendente e la sera arrivo a casa e la mia più grande aspirazione è quella di riuscire a ritagliare un’oretta per guardarmi la mia serie tv o leggere un paio di pagine di un libro prima di crollare a letto!
E: Abbastanza, ma non impossibile. Bisogna armarsi di pazienza, costanza e buon senso. Noi facciamo “un passo alla volta” cercando di far convivere il rischio imprenditoriale, insito in quest’attività, e attenzione nelle scelte, valutandone ogni singolo aspetto. È una sfida quotidiana che è diventata modo di pensare. Questo però ci spinge a migliorarci sempre sia come imprenditrici sia come DueDiLatte.

 

Pinella PETRONIO