Ci siamo lasciati, con un misto di sollievo e nostalgia, Sanremo 2018. Un festival in cui, come aveva espressamente voluto il direttore artistico Claudio Baglioni, a farla da padrona è stata veramente la musica. Soprattutto la sua, considerando che ha cantato quasi tutto il suo vasto repertorio. da solo o in duetti più o meno riusciti. Al di là degli indiscussi meriti di Michelle Hunziker, che ha dimostrato di sapere egregiamente tenere il palco con molta disinvoltura, e della bravura di un inedito Pierfrancesco Favino (bramato dalle donne italiane che su Twitter invocavano #FavinoNudo), per ciò che concerne i look, volendo tirare le somme, possiamo dire che è stato senza ombra di dubbio il Sanremo delle ugly jacket.

Considerando che la parte maschile, l’ha fatta smaccatamente da padrone, in queste serate ci siamo ritrovati spesso a commentare con voi le giacche assurde che hanno indossato cantanti, ospiti e presentatori. Come se un classico abito sartoriale, elegante, sobrio e raffinato, fosse un’onta insopportabile da sostenere. Pochi i look maschili degni di nota. Fra tutti merita menzione un impeccabile Favino in Giorgio Armani (prima sera), Salvatore Ferragamo (seconda serata) ed Ermengildo Zegna (terza serata).

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Vorremmo, ma non possiamo dire che la parte femminile si sia difesa meglio. A parte gli abiti straordinari di Armani Privé indossati da Michelle Hunziker la prima e l’ultima serata, il fasciante abito a sirena, tempestato da una luminosa cascata di punti luce sempre Armani Privé, indossato di Laura Pausini, attesissima ospite della finale, i primi look di Nina Zilli, qualcuno di Noemi e quelli della bella e brava Anna Foglietta, abbiamo dovuto sorbirci per ben cinque serate abiti poco consoni, per nulla eleganti, inadeguati ad essere indossati su un palcoscenico importante come quello di Sanremo.

Menzione a parte, merita certamente l’inossidabile Ornella Vanoni che ad 83 anni (nonostante qualche piccolo segno di estraniamento. “Questo è il Premio di?”) ha cantato come si confa ad una vera diva e artista, sfoggiando con assoluta nonchalance lo stesso abito (Antonio Riva), declinato in quattro colori e tessuti diversi. Quando si dice variazioni sul tema. Nella gallery trovate i nostri look preferiti della quarta serata e della finale.

 

Pinella PETRONIO