È ancora lei, Michelle Hunziker, ad animare la conversazione di sedicenti esperti di stile e moda sui social network. Peccato però, che questa volta, le critiche trovino un fondamento  nei look indossati per questa terza serata del Festival di Sanremo. E se al primo e al secondo appuntamento con la kermesse musicale, i suddetti esperti di stile, così come chi di moda ne sa e ne scrive per lavoro, non hanno lesinato sulle lodi, questa volta i giudizi sono stati severissimi. E, a nostro avviso, a ragione, considerando soprattutto le altissime aspettative che si avevano su questa serata in cui, la bionda presentatrice avrebbe dovuto rendere omaggio alla maison della famiglia del marito, indossando abiti firmati Trussardi.

Un ecotombe. Un flop dietro l’altro. Delle tre creazioni, disegnate per lei dalla cognata Gaia, facciamo fatica a salvarne uno. Ma se proprio dobbiamo, optiamo certamente per il primo indossato, un lungo blue con corpino e dettagli trasparenti, che per colpa di qualche movimento di troppo ha rischiato di mostrare le sue grazie, più di quanto non abbia fatto il primo abito nero di Armani Privé e il quinto rosso di Alberta Ferretti.

E se il terzo in rosa baby, con schiena scoperta e gonna ampia dai cui spacchi sgorgano cascate di plissé, la rendeva molto simile a Barbie Raperonzolo, quello che ci ha lasciati più perplessi è certamente il secondo abito, quello che ha tenuto (ahinoi) per più tempo durante la serata. Una creazione ibrida, nei colori del bianco e del nero, che in un maldestro tentativo di unire yin e yang, uomo e donna, alpha e omega, mixa un tailleur maschile ad un abito da sera.

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A parte Michelle, pochi look femminili di cui parlare, considerando la stragrande maggioranza di artisti uomini in gara. A noi è piaciuta molto Noemi, che ha indossato una sensuale creazione di La Jolie Fille, in tessuto nero damascato, con profondissima scollatura a V sul davanti. Non avrà certamente il décolleté della Hunziker, visto che non sono mancati in rete meme che lo sottolineavano, mettendole a confronto, ma noi siamo qui per parlare di abiti e non di tette.

Abbiamo poi apprezzato anche Virginia Raffaele, bella oltre che brava, fasciata in un abito lungo di Ermanno Scervino, che ne valorizzava la silhouette, illuminato da jaiss, paillette e cristalli. Molto sexy, invece, Giorgia che, in un tailleur super androgino di DSquared2, ci ha ricordato che eleganza e sensualità non sempre risiedono in un abito lungo.

Sugli uomini, stendiamo un velo pietoso. Nel senso che paiono persistere nel diabolico intento di indossare giacche e spolverini di dubbio gusto. E se PierFrancesco Favino, in Ermenegildo Zegna, sfoggia un abito più elegante dell’altro, Giovanni Caccamo deve avere dimenticato la camicia a casa, visto che continua ad indossare un’inappropriata T-shirt bianca.

 

Pinella PETRONIO