Vogue Fashion’s Night Out 2015. Proviamo un po’ a fare il punto della situazione, senza la pretesa di avere la verità assoluta in mano. Quando nell’ormai lontano 2009 Condé Nast decise di organizzare una serata speciale aprendo le porte della moda che conta, di solito inaccessibili ai non addetti ai lavori, prima ancora che il fenomeno fashion blogger esplodesse con tutta la sua forza, non era ancora ben chiaro a nessuno in che direzione dovesse e volesse andare quell’evento. L’intento era quello di mettere alla portata di tutti quel mondo che la maggior parte poteva ammirare sulle copertine delle riviste patinate o al massimo in televisione durante i servizi del Tg o i programmi dedicati. Come questo sarebbe, poi, stato possibile rimaneva un mistero per i più.

E quella prima notte, quella di ben sei anni fa, in effetti fu una vera festa, un momento di incontro tra cultori del fashion e stilisti che per l’occasione presidiavano le boutique del quadrilatero della moda, una festa in cui ciascuno poteva avere il piacere, tra cocktail e dj set, di entrare in negozio – in quei negozi del lusso che solitamente mettono un po’ di soggezione, dove non si va a curiosare – e ammirare le collezioni dei marchi più prestigiosi del panorama della moda mondiale, dove ciascuno poteva acquistare a prezzi decisamente più piccoli accessori e capi speciali realizzati appositamente per l’occasione.

Che cosa poi sia successo, dopo quella prima edizione in cui si percepiva soffiare un leggero vento di cambiamento, non è dato sapere. O forse sì. Se negli anni successivi la VFNO è diventata una specie di notte bianca, con le vie del quadrilatero intasate più da gente interessata a bere champagne e a mangiare cupcakes gratis che da gente innamorata della moda, una sorta di circo dove esibire look strampalati per essere fotografati, è difficile dire di chi sia la colpa.

Del resto le maison, e Condé Nast stessa, si sono limitate replicare la formula, arricchendola di nuovi progetti, proponendo nuove capsule ed edizioni speciali. Nel cuore della Vogue Fashion’s Night Out nulla è cambiato, eppure la manifestazione è profondamente cambiata. Sicuramente per lo spirito sbagliato con cui un numero ormai sempre più cospicuo di persone (alcuni spesso invogliati soltanto dai cadeau in omaggio) ci si approccia. Una fiera di paese piena di fenomeni di baracconi. Questo sembra essere diventato. Tanto che sono sempre più gli addetti ai lavori e i veri appassionati di moda che decidono di non partecipare.

Peccato, anche perché ogni anno i proventi raccolti dalla vendita delle capsule collection e delle limited edition – sempre più cospicue – son destinati del tutto o in parte al sostegno di associazioni benefiche e nobili scopi. In particolare, in occasione di questa Vogue Fashion’s Night – che si svolgerà oggi 21 settembre a Milano e che si è svolta il 17 a Firenze – l”incasso derivato dalla vendita di t-shirt, portafogli, cover per telefonino e accessori vari ed eventuali, sarà devoluto all’Istituto cardiologico Monzino di Milano.

 

Pinella PETRONIO