Il caffè non è solo una bevanda. Il caffè è un culto, un rito, un’abitudine, un momento da prendersi per darsi una pausa. Il caffè è una scusa per socializzare, per parlare, trovarsi e ritrovarsi. Il caffè è quella pozione magica senza la quale al mattino non sappiamo svegliarci. Il caffè è vero amore. Bevanda più diffusa al mondo, dopo l’acqua, è amatissima dagli italiani che ne consumano in media circa 5,9 kg pro-capite.

Almeno stando all’andamento delle vendite di caffè registrate da vente-privee, pioniere e leader delle vendite evento online, che si attestano attorno al 35% del carrello food dei soci del sito con picchi tra gli e-shopper residenti nel nord-ovest, Piemonte e Lombardia, e nella parte sud del Paese, dal Lazio alla Calabria, isole incluse. Le tipologie di caffè più amate, nell’era degli agi e delle comodità, sono le capsule e le cialde (rispettivamente 40% e 35%), mentre il macinato, amatissimo dai veri cultori del caffè che non vogliono rinunciare al piacere di prepararlo con la moka, si attesta attorno al 25%.

E benché ormai quasi tutti andiamo di fretta e apprezziamo la colazione al bar, la stragrande maggioranza dei clienti (77%) ha dichiarato di consumarlo prevalentemente a casa propria, almeno una volta al giorno (36%), aggiungendo zucchero o dolcificanti (66%), latte (24%) o puro, senza alcuna aggiunta, per gustarne a pieno l’aroma (10%). Come dicevamo prima, il caffè rappresenta per molti, una pausa di cui si ha bisogno per ritrovare la giusta carica fisica e mentale (38%), ma anche qualcosa da offrire ad altre persone in segno della propria ospitalità (36%).

Proprio per questo è fondamentale che, oltre ad essere di eccellente qualità, sia ben preparato e servito con gentilezza e garbo, affinché il piacere che la tazzina sprigiona sia davvero avvolgente e resti come un ricordo che supera l’istante. Al fine di imparare prima e mettere in atto poi i dogmi dell’arte dell’offrire il caffè nella casa propria, al termine di un pasto, vente-privee ha chiesto a Csaba dalla Zorza, food writer ed esperta del ricevere e del savoir vivre contemporaneo, le 6 regole base da tenere sempre a mente.

1. Il caffè non si serve a tavola
Il caffè è servito al tavolo solo al ristorante, mentre a casa il luogo migliore è il salotto e se l’incontro è particolarmente formale sarà la cameriera a portarlo. Nelle case contemporanee in cui solitamente gli spazi sono limitati, ci si accomoderà su un divano davanti al quale si posizionerà un vassoio con tutto l’occorrente: le tazzine, la caffettiera, lo zucchero riposto in una zuccheriera con il relativo cucchiaino, un numero di cucchiaini pari alle tazzine e possibilmente uguali tra loro ed eventuale latte o panna per accompagnare il tutto.

2. Lo zucchero è aggiunto da chi serve il caffè
È la padrona di casa ad informarsi di quanto zucchero desideri ciascun ospite e a riempire ogni tazzina con il caffè e l’eventuale zucchero. A seguire dovrà porgere la tazzina insieme al cucchiaino all’ospite, che si occuperà di mescolare il proprio caffè e appoggiare il cucchiaino sul piattino dove è appoggiata la tazza.

3. E se il caffè non è fatto con la moka?
Se si utilizzano le macchine da caffè allora dovrà essere fatto in cucina e servito in salotto dalla padrona di casa su un vassoio dove saranno disposte poche tazzine alla volta per evitare che si raffreddi. Se le tazzine sono numerose o non si hanno aiuti, un piccolo suggerimento è riscaldare per qualche minuto le tazzine nel forno a 50° C. La padrona di casa dovrà poi aggiungere l’eventuale zucchero e passare le tazzine ai propri ospiti, seduta in salotto con loro e non restare in piedi.

4. Attenzione al cucchiaino: mai in bocca
Nel porgere la tazza all’ospite la padrona di casa dovrà mettere il cucchiaino sul piatto dal lato del manico e possibilmente alla destra dell’ospite. Chi lo utilizza per girare lo zucchero lo farà muovendolo nella tazzina senza sbatterlo e senza far rumore, procedendo dall’alto verso il basso e non girandolo velocemente. Il cucchiaino poggerà sul piatto senza metterlo prima in bocca e non lo si userà più, neppure se la schiuma del caffè macchiato è particolarmente invitante o se la tentazione di mangiare lo zucchero rimasto sul fondo è forte… sarebbe un segno di poca educazione.

5. Bere il caffè in modo composto e non sollevare il mignolo
Nel gustare il proprio caffè l’ospite avrà cura di non fare rumore e non rovesciare mai la testa all’indietro per far scendere l’ultima goccia. La tazza, inoltre, si prende sempre con la mano destra dal lato del manico (eccezion fatta per i mancini) con un gesto garbato, avendo cura di non sollevare il mignolo e tenendo il braccio il più vicino al corpo per non agitare il gomito. Per far ciò è bene tenere con la mano sinistra il piattino con sopra il cucchiaino e se il caffè è servito a tavola, il piattino dovrà rimanere sulla tovaglia.

6. Rispettare i tempi e la giusta sequenza
Il caffè sarà servito al termine del pasto, quando gli ospiti si alzano dal tavolo per andare a sedersi in salotto. Una volta terminato si sparecchiano le tazzine usando un vassoio e si servono i liquori secondo le preferenze degli ospiti e le disponibilità del bar casalingo (Cognac o Sherry sono adatti per un dopo pranzo, mentre Whisky e Armagnac, più forti, sono consigliati per la sera). In un piccolo vassoio d’argento, o comunque prezioso, saranno serviti dei cioccolatini, mentre una caraffa con dell’acqua e dei bicchieri alti, senza stelo, completano ciò che serve per indicare che l’incontro sta volgendo al termine.

E dopo averne imparato l’arte, per celebrare la Giornata Internazionale del Caffè, l’1 ottobre, vente-privee nella sezione “Vino e Gastronomia” seleziona e propone ai suoi soci offerte delle migliori marche italiane ed internazionali, tra cui la vetrina dedicata a Caffè Corsini, storica azienda aretina e portavoce del Made in Italy nel mondo, dove potete trovare un’ampia gamma di prodotti per soddisfare tutti i gusti.

 

P.P.