Lo hanno presentato in anteprima mondiale al Festival del cinema di Cannes e dal 7 giugno al 15 gennaio 2018 sarà in mostra alla Fondazione Prada di Milano. Carne Y arena è un’opera ideata e realizzata dal regista messicano Alejandro G. Iñárritu ed Emmanuel Lubezki, direttore della fotografia. Una installazione di realtà virtuale che coinvolge lo spettatore facendogli rivivere l’esperienza vissuta da molti migranti che si sono avventurati in mare cercando fortuna altrove. Le tecnologie innovative e il talento dei due premi Oscar rende questa esperienza multi-narrativa ed empatica verso quelli che chiamiamo ‘migranti’.

Nel corso degli ultimi quattro anni, mentre l’idea di questo progetto si formava nella mia mente, ho avuto il privilegio di incontrare e intervistare molti rifugiati messicani e dell’America centrale“.  – afferma il regista – “Le loro storie sono rimaste con me e per questo motivo ho invitato alcuni di loro a collaborare al progetto. La mia intenzione era di sperimentare con la tecnologia VR per esplorare la condizione umana e superare la dittatura dell’inquadratura, attraverso la quale le cose possono essere solo osservate, e reclamare lo spazio necessario al visitatore per vivere un’esperienza diretta nei panni degli immigrati, sotto la loro pelle e dentro i loro cuori”.

CARNE y ARENA – A user in the experience, 2017 Photo credit: Emmanuel Lubezki

Le storie rappresentate sono vere, nessun attore, solo esperienze vissute da persone che nonostante abbiano avuto un passato così difficile hanno voglia di vivere con pienezza il proprio futuro, come ogni uomo merita. “Adattando i racconti vissuti da singoli o gruppi di migranti nel corso dei loro viaggi attraverso il confine, e integrandoli con alcuni particolari che mi hanno fornito, ho scritto e messo in scena questo spazio multi-narrativo che vede molti di loro protagonisti di quella che potremmo definire un’etnografia semi-romanzata” spiega il regista.  “Un’esperienza unica per ciascun visitatore. Abbiamo creato uno spazio alternativo verosimile nel quale il pubblico camminerà a fianco dei migranti (e nelle loro menti) in un vasto panorama che offre infinite possibilità e prospettive, ma ognuna personale e irripetibile. In collaborazione con Emmanuel Lubezki e ILMxLAB abbiamo spinto la tecnologia ai massimi livelli e siamo riusciti a trasmettere i racconti inediti di queste persone creando dei loro avatar realistici“.

Come afferma Germano Celant, Soprintendente Artistico e Scientifico della Fondazione Prada, “Con ‘Carne y Arena’, Iñárritu rende osmotico lo scambio tra visione ed esperienza, nel quale si dissolve la dualità tra corpo organico e corpo artificiale. Nasce una fusione d’identità: un’unità psicofisica dove, varcando la soglia del virtuale, l’umano sconfina nell’immaginario e viceversa. È una rivoluzione comunicativa in cui il vedere si trasforma in sentire e in condividere fisicamente il cinema: una transizione dallo schermo allo sguardo dell’essere umano, con un’immersione totale dei sensi. Il progetto di Iñárritu incarna alla perfezione la vocazione sperimentale di Fondazione Prada e la sua continua ricerca di possibili scambi tra cinema, tecnologia e arte”.

MaZ

Alejandro G. Iñárritu directing the piece, 2017
Photo credit: Chachi Ramirez

Cover: Carne y Arena © 2017 Neil Kellerhouse