Nel nostro raccontare le donne, abbiamo pensato di raccontare la storia di Eleonora Beux una donna che, messa di fronte a scelte obbligate, si è reinventata ed ha tirato fuori la vera se stessa.

Chi è Eleonora, dal punto di vista professionale, almeno?
C’è un prima e c’è un dopo, inizialmente ero una donna in carriera che lavorava nella logistica dell’aeroporto di Torino Caselle, ora sono una creativa. Nel 2005 con la mia famiglia (marito e figlia n.d.r.) siamo venuti ad abitare in Liguria, a Diano Marina, per caso, l’idea iniziale era quella di andare in Versilia, ma poi complice il fatto che mia figlia quel giorno fosse malata e mio marito volesse mostrarmi i luoghi della sua infanzia, siamo arrivati a Diano e non l’abbiamo più lasciata. Inizialmente ho aperto un negozio di Bijoux, vendevo le marche più conosciute e prestigiose d’Europa, poi ho voluto fare qualcosa che fosse veramente mio e veramente unico, così è nato Ginki.

Raccontaci di Ginki allora…
Iniziamo con il dire che GInki oggi è dormiente, non ne produco più. Hanno fatto il loro Gin-Ki-AI-12-13-fantasia_oggetto_editoriale_h495tempo, ora devono riposarsi, poi si vedrà.  Il nome deriva dalla crasi di due parole Ginko Biloba e Kimono. La mia passione per il Giappone, in quel periodo si sentiva forte e chiara, così ho pensato di importare dal Giappone dei tessuti per kimono, con notevoli difficoltà di comprensione, ovviamente, e ho creato, in maniera del tutto empirica questi braccialetti. Il simbolo è la pianta del Ginko Biloba che, leggenda vuole, sia la prima ad essere rinata dopo l’esplosione della bomba atomica e che quindi è un simbolo di energia e rinascita. Dopo Ginki è stata la volta di NEO, un progetto in cui credo molto ma che non ha avuto un grande riscontro, ma sono fiduciosa che prima o poi avrà la sua fortuna-

E oggi?
Dopo un periodo di riposo forzato in cui sono stata obbligata a fermarmi e quindi ho avuto il tempo di pensare sono nati i cristallini. I cristallini sono quanto di più semplice, forse banale ci possa essere, ma sono il frutto di una riflessione piuttosto complessa. Dieci anni fa nei bijoux si cercavano i portafortuna, quindi via libera a quadrifogli, ferri di cavallo, rane etc, poi è stata la volta dei Santini con rosari di ogni religione e immagini sacre ovunque.

E’ stato il tempo della natura, come ampiamente dimostrato dai Ginki e oggi?

Oggi è il tempo 13006718_10206018653566028_3906789492577328485_ndella semplicità del divertimento e, perché no, dell’acquisto senza pensieri. I cristallini infatti sono i braccialetti più semplici del mondo ai quali però, ho aggiunto il mio logo in tinta, fatto da me in pasta di vetro, e, mal me ne incolse per il tempo che impiego, dei ponpon.

Qual è la particolarità di questi braccialetti, pon pon a parte?
Beh intanto il fatto che siano disponibili in 37 colori, poi una cosa c’è, quella che mi rende più fiera del lavoro che faccio. Ci sono dei braccialetti che vengono fatti appositamente in doppia tinta o in un colore particolato per cui parte del ricavato viene donato in beneficenza. Ad esempio c’è un verde che io chiamo Verde Farassino, che è destinato alla fondazione della torinese Valentina Farassino. Proprio ieri ho consegnato ad un famoso tatuatore di Imperia quelli gialli con il fiocchetto rosso, quelli sono destinati ad un’altra Onlus, “Il cuore di Martina”.  Vuoi che ti dica la verità? Sono queste le cose che mi danno soddisfazione, perché è 13557827_1031273370286149_1740337528552087358_nmeraviglioso quando ti chiamano da negozi famosi, ti chiedono di consegnare i pezzi in due giorni e devi rinunciare anche alle vacanze oltre che alle ore di sonno per evadere l’ordine, ma non è niente in confronto alla felicità di poter aiutare alcune fondazioni, quelle che scegli tu, quelle che ti danno maggiore fiducia, per le cui cause vuoi spendere un po’ del tuo tempo…

Inutile quindi che ti chieda quali sono i programmi per il futuro…
Beh questo è il mio futuro, quello che mi sto costruendo giorno per giorno. Poi non è che se una grande azienda vuole assumermi come creativo senza problemi di budget dico di no eh?

Silvia GALLI