Stasera il gran finale della fortunata serie tv Sotto Copertura 2 che racconta la cattura del boss dei casalesi Michele Zagaria,  in attesa di emozionarci sintonizzati su Rai Uno, abbiamo intervistato uno dei protagonisti della fiction, Ivan Castiglione. Un attore che ha lavorato anche al teatro e al cinema e che ci ha raccontato il suo punto di vista sul futuro della filmografia italiana e sui segreti del mestiere dell’attore in tutte le sue sfaccettature.

Ti stiamo vedendo in TV in Sotto copertura 2 com’è interpretare un cattivo come Mario Cangiano ed aiutare un super cattivo come Michele Zagaria? Ti sei ispirato alla realtà visto che si tratta di un fatto di cronaca?
Interpretare un cattivo è sempre affascinante, fai sempre voli pindarici per dargli vita, per cogliere sfumature che difficilmente provi nella tua vita reale. Per interpretare Cangiano non mi sono ispirato al vero braccio destro di Zagaria, ma, insieme al regista Giulio Manfredonia, abbiamo voluto lavorare su quello che la vicenda ci ispirava…Ovviamente tenendo presente la credibilità della storia. Poi, ho dei referenti a cui rivolgermi per questo tipo di ruoli, amici/attori più vicini a quella Napoli, che mi hanno aiutato a raccontare quel tipo di “facce di Pietra”, di criminali. E poi avevo sempre in mente, con le dovute differenze, il personaggio che interpreta Andy Garcia in Ocean’s Eleven…un cattivo che anche quando perde colpi sembra sempre avere ottenuto un successo, un grande!

Saverio Tommasi in un servizio che parla di Napoli ha detto “Saviano parla di cose brutte perché gli piacciono le cose belle”. Narcos, Suburra, Gomorra, come mai secondo te questo genere di racconti hanno così successo?
Credo che abbiano successo perché quando fatte bene, raccontano delle dinamiche di potere e di guerra, sconosciute ai più e che hanno un qualcosa di epico che nella vita di tutti i giorni non siamo abituati a sentire sulla pelle.

Cosa pensi invece delle serie TV in generale, perché funziona questa tipologia di narrazione? Ti piace fare binge watching o ti gusti una puntata alla volta a piccole dosi?
Ne ho viste poche ma tutte in modalità binge watching. Fargo, The nick, Breaking bad e ora Il trono di Spade, le ho proprio divorate! Le serie funzionano perché permettono davvero di approfondire la narrazione e i personaggi, poi molto spesso sono veri capolavori nel loro genere con idee, sceneggiature, attori pazzeschi… insomma tanta roba!

Tu hai lavorato a teatro, al cinema ed in TV, qual è il futuro della comunicazione secondo il tuo punto di vista?
Questa è una tematica difficile. Per il teatro è davvero un periodo complicato, la soglia di attenzione media credo che sia calata bruscamente e il teatro, che presuppone uno spettatore attivo e concentrato, vive in uno dei momenti più difficili. Certo c’è anche da dire che ho avuto la fortuna di lavorare con il teatro nazionale scozzese poco tempo fa, e lì, altro che crisi, il teatro è al centro ancora della vita sociale del paese. Occorre investire sull’arte e anche noi artisti bdobbiamo adattarci alle esigenze del pubblico, senza perdere l’essenza della forma artistica che proponiamo. Credo che in forma diversa si tornerà a riempire i teatri di tutta Italia come nel Regno Unito. Ma non a breve…Per il cinema bisogna assolutamente permettere di far avere un mercato ai film italiani, oggi siamo completamente schiacciati da film con budget dieci volte i nostri film. Ad esempio, mi sembra strano pagare lo stesso prezzo per un film di una mega produzione americana con milioni di euro e un film nostro con budget di 400 mila euro. Per la TV invece vedo un futuro più roseo e credo che le serie stiano migliorando molto anche in Italia.

Che film, spettacoli teatrali e serie TV ci consigli di non perdere?
Quelli dove ne ho preso parte io ovviamente (ride n.d.r.)

Ci sono dei ruoli che non interpreteresti mai?
Assolutamente no! Mente, cuore e pancia…Sposano totalmente l’essenza di essere un attore con tutte le sfide che comporta.

Martina ZANGHI’