E così anche quest’anno, dopo una interminabile maratona di cinque lunghissime serate, si è conclusa la 68° edizione del Festival di Sanremo. 

Un festival che ha mantenuto le promesse del direttore artistico Claudio Baglioni: un festival dedicato alla musica e con la musica protagonista. Peccato che la musica protagonista fosse quella del suo immenso e prezioso repertorio più di quella delle canzoni in gara.

L’ultima serata si è aperta con un Baglioni in smoking burgundy, prontamente bacchettato dall’interista Fiorello che, raggiunto al telefono, ha decretato “Claudio sei perfetto, l’unica cosa che stona è il rossonero” e Favino in versione black &white, decisamente rivedibile, mentre la bionda Hunziker ha scelto, non certo sbagliando, splendidi abiti di Armani Privé

La prima mattatrice della serata è stata Laura Pausini, attesissima, dopo aver saltato l’apparizione della prima serata ed essersi palesata solo telefonicamente a causa di una laringite. Laura ha scaldato il pubblico dell’Ariston ma non solo.

Spettacolare il suo duetto con Baglioni, sulle note di Avrai, pezzo storico ed indimenticato, ma ancora di più la forza, l’energia e la vitalità con cui è uscita dal teatro ed ha cantato Come se non fosse stato amore in mezzo alla strada con il pubblico di corso Matteotti in delirio

Grazie Laura, ne avevamo bisogno.

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Sui cantanti in gara, nulla da dire, le canzoni, ascoltate un paio di volte piacciono di più, o addirittura meno, come sempre accade. Un mostro sacro come Ornella Vanoni ad esempio, non ha deluso mai nemmeno nell’azzeccatissima, e apprezzata dal web, scelta di utilizzare per tutte le serate lo stesso modello di abito in colori diversi. Divina, come solo una vera diva sa essere.

Il monologo di Pierfrancesco Favino, vincitore e rivelazione del Festival, è del drammaturgo francese Bernard-Maria Koltès.”La notte poco prima delle foreste” un brano toccante scelto dallo stesso attore che, visibilmente emozionato l’ha recitato trattenendo a stento le lacrime. Bravissimo, senza diritto di replica. A chiosare poi la classe di Fiorella Mannoia ha fatto il resto.

L’ultimo, anzi gli ultimi superospiti sono stati il trio che infiamma i teatri: Nek, Francesco Renga e Max Pezzali, anche loro hanno duettato con Claudio Baglioni, ma tenere il passo con l’autore su Strada Facendo è impossibile.

Infine la gara, i primi tre, come da pronostici dell’ultim’ora, destinati al podio erano Annalisa con una canzone orecchiabile e decisamente sanremese, il duo Meta-Moro che dopo aver rischiato l’eliminazione hanno scalato la classifica con una canzone furbetta e populista e Lo Stato Sociale che, complice la ballerina attempata e la canzone orecchiabile, pronta a diventare tormentone si sono dimostrati gli outsider dell’edizione.

Ma se lo scorso anno un outsider aveva sbaragliato la classifica con un Gabbani travolgente, quest’anno non è stata ripetuta l’impresa e, ahinoi, non ha vinto nemmeno la pulizia ed il volto fresco di Annalisa.

La vittoria è stata quella telefonata e teleguidata del duo Meta-Moro. Avrà la forza di diventare un tormentone come lo è stato Occidentalis Karma? Vedremo. Saranno in grado di vincere l’Eurovision Song Contest  a cui accedono di diritto dopo questa vittoria? Improbabile.

I nostri vincitori, per questa edizione, sono stati senza alcuna ombra di dubbio e anche contro il pronostico di chi scrive, i conduttori, bravissimi e bellissimi, a modo loro, tutti.

Silvia GALLI