La creatività delle donne sta portando a una serie di casi sempre meno sporadici, e sempre più concreti, di startup in rosa, che permettono alle loro fondatrici di esprimere al meglio le proprie attitudini e di conciliare la vita lavorativa con quella privata, annoso problema che assilla la maggior parte delle lavoratrici dipendenti.

Accade di venire a contatto con queste “isole felici” per caso, e, a volte, anche a causa della poca visibilità e della difficoltà oggettiva di farsi conoscere, le idee proposte rimangono nascoste, ed è un vero peccato.

Per ovviare a ciò, Francesca Conti, mamma e blogger, ha dato vita, ormai due anni fa, a Start Up in Rosa, un blog che racchiude tante storie di altrettante donne che hanno saputo mettersi in gioco e dare vita a pensieri e sogni, fino a quel momento rimasti nel cassetto.Francesca Conti.

L’idea di dare spazio a queste piacevoli e sorprendenti realtà ci è piaciuta parecchio e abbiamo deciso di incontrare Francesca e farle qualche domanda, per conoscere meglio il suo bel progetto.

Ecco cosa ci ha risposto.

Come è nata la sua idea di creare Startup in Rosa? Si tratta di solidarietà femminile verso le donne che decidono di mettere in pratica le loro idee o desiderio di far conoscere quelle che “ce l’hanno fatta”, a dispetto di chi le vorrebbe a casa, a badare a figli e marito?

Start Up in rosa è nata a settembre 2013, esattamente un anno dopo la nascita del mio primo figlio, Gabriele. Nei mesi in cui ero a casa in maternità ho deciso di frequentare un percorso che si chiama Talent Donna, che mi ha dato la possibilità di conoscere meglio gli strumenti dl web, i social, e soprattutto di entrare in contatto con tante donne che, come me, erano in fase di transizione: chi era in procinto fare il salto da dipendente a libera professionista, chi era a casa con i figli e aveva voglia di inseguire un sogno e lanciarsi in qualcosa di personale, chi stava iniziando un’attività imprenditoriale, infine chi aveva un ideale o un talento da far fruttare ma non sapeva proprio che direzione prendere e quali fossero gli step da seguire. Ecco che in questo contesto è arrivata l’ispirazione.
Complice la mia passione per la scrittura, ho pensato di mettere online un blog che desse spazio e voce alle storie di donne intraprendenti che hanno dato vita a qualcosa di personale, seguendo le proprie aspirazioni e competenze.

L’obiettivo per me era fare rete (ho notato spesso e volentieri, casualmente, sinergie lavorative tra le protagoniste delle storie!), creare un contenitore di idee e esperienze che fosse di ispirazione e spunto per altre donne nella stessa situazione… per quelle donne che devono trovare coraggio di fare il salto.

Start Up in rosa voleva essere anche un punto di riferimento ricco di contenuti, idee, pro e contro, difficoltà, stati d’animo e molto altro ancora con cui si deve fare i conti quando si ha intenzione di mettersi in proprio. Ora, a distanza di tempo, posso affermare che Start Up in rosa è anche l’occasione per raccontare tra le righe la soddisfazione e la realizzazione di “chi ce l’ha fatta”, felice di aver intrapreso questa strada.

Leggendo il suo blog Startup in Rosa, si viene a contatto con tante realtà nate dall’estro, dalla creatività e dalla tenacia delle donne. Si tratta ancora di casi sporadici o siamo sulla buona strada per imporci in un settore, quello dell’imprenditoria, che fino a poco tempo fa sembrava ad appannaggio dei colleghi uomini?

La creatività, l’estro, la versatilità e soprattutto la tenacia sono caratteristiche squisitamente femminili. Chi le ha come imprinting dalla nascita, chi è incline a certe attività manuali, chi ha intuizioni a livello intellettuale e creativo: in tutte le persone che ho avuto modo di intervistare ho notato una grande grinta, voglia di fare e risolutezza.

Per quello che ho visto finora, posso dire che siamo sulla buona strada verso una crescita importante dell’imprenditoria femminile. Complice la maternità (intesa in senso positivo come periodo di massima espressività e creatività), la disoccupazione crescente o semplicemente il desiderio di esprimere il proprio talento, le storie di imprenditoria rosa sono in aumento.
Tutte le protagoniste di Start Up in rosa sottolineano il grande vantaggio di poter gestire nel modo ottimale il tempo, occupandosi della cura della famiglia, con risultati sorprendenti dal punto di vista della realizzazione personale: certo, le difficoltà (in particolare all’inizio) non mancano, ma la voglia di andare avanti con nuove priorità di vita e con una passione travolgente per quello che si fa, le porta ad affrontare tutto con maggiore grinta. Ci vuole coraggio per mettersi in gioco; le donne ce l’hanno. Devono solo prenderne consapevolezza.

Il suo progetto, ovvero dare visibilità a progetti interessanti e lodevoli, ma anche innovative, sta avendo un riscontro positivo? Sono tante le donne che intervengono nel suo blog per dare voce alle loro iniziative?Logo Startupinrosa

A distanza di due anni posso dirmi davvero soddisfatta del mio progetto. Vengo contattata da molte donne, che mi scrivono con il desiderio di raccontare la loro esperienza, ricevo mail da persone che, leggendo le storie, si riconoscono e vogliono essere protagoniste a loro volta. Capita anche che tramite fiere, incontri, ricerca sul web, sia io a contattarne qualcuna. In linea di massima però sono più richieste che mi arrivano spontaneamente.
Ad oggi ho raccolto più di 70 storie. Il bello è che la maggior parte di esse riguardano donne che hanno cambiato completamente vita, lavoro seguendo le loro inclinazioni personali. Il risultato: pur nelle difficoltà sono tutte contente di aver seguito il loro istinto e sono realizzate.

Il suo blog dà voce solo ai progetti già messi in pratica, o vuole anche incoraggiare quante, pur avendo un’idea, e magari brillante, non hanno avuto ancora il coraggio di realizzarla?

Lo scopo del blog è duplice: raccontare i progetti di chi, dopo diversi dubbi, difficoltà e perplessità iniziali, “ce l’ha fatta” e tuttora lotta per far andare avanti la propria attività nel migliore dei modi. E poi incoraggiare e “stanare” le persone con idee potenzialmente grandi e interessanti ma che non sanno da dove iniziare. Start Up in rosa vuole creare sinergie, contatti, dare modo di confrontare idee e collaborazioni.
Nessuna delle protagoniste delle mie storie ha mai mostrato rimorsi, nonostante le (a volte evidenti) difficoltà. Con la forza di volontà e la pazienza, tutte sono felici della strada scelta. Ci vuole coraggio ma poi l’intraprendenza paga (quasi) sempre.

Quali sono gli ambiti nei quali le donne sono più attive?

Sicuramente la creatività manuale (l’handcrafting), ma anche l’e-commerce, i servizi e le attività commerciali (soprattutto in ambito culinario) hanno la meglio. Si tratta spesso di attività che si possono gestire in autonomia (talvolta anche da casa) e che comportano un investimento economico iniziale non troppo elevato (esclusi alcuni casi specifici).

Secondo lei, è più difficile, per una donna, mettere in atto le proprie idee e farle diventare realtà e, a volte, anche una professione? Gli uomini continuano ad avere la strada spianata o il gap tra i due sessi si sta assottigliando?

Il mondo delle start up rosa sta prendendo una strada del tutto nuova. L’imprenditoria femminile è in netto aumento, complici anche i fattori cui accennavo prima. Sicuramente mancano ancora incentivi e supporti (soprattutto economici) adeguati per far decollare idee e progetti. In Italia, si sa, le donne sono più penalizzate rispetto ad altri paesi europei. Ma qualcosa di sta muovendo. La rete fa molto e le donne iniziano ad aggregarsi e creare occasioni di scambio e di incontro. Di qualche giorno fa la notizia, ad esempio, che da gennaio 2016 si potrà presentare domanda di accesso agli incentivi previsti dal decreto legislativo n.185-2000 per l’autoimprenditorialità giovanile e femminile nei settori della produzione di beni e di servizi. State all’erta!

Per quanto riguarda la crescita dell’imprenditoria rosa, secondo un rapporto Unioncamere diffuso nella prima metà del 2015, le startup innovative guidate da donne pesano ancora poco sul tessuto imprenditoriale ma sono in crescita e hanno un enorme potenziale da sfruttare.
Circa 400 imprese, metà delle quali si sta facendo strada soprattutto nella produzione di software, nella ricerca e sviluppo e nei servizi di ICT, ancora comunque in minoranza rispetto a quelle avviate da colleghi uomini. Solo lo scorso anno questa “business community” è aumentata del 50,6%. E’ “rosa” ancora solo il 12,4% delle oltre 3.200 startup innovative, contro il 21,5% delle aziende complessive italiane. Quasi 3 startupper donna su 4 scelgono di operare sotto forma di società a responsabilità limitata e, per dare avvio alla propria impresa, il 77% delle neo imprenditrici ha investito nel capitale un valore non superiore ai 10mila euro.
Il Nord ovest, con Milano in testa, è al top per numero delle nuove imprese innovative condotte da donne (30,2%), seguito dal Mezzogiorno (24,4) e dal Centro (23,6%). Mentre il Nord est è il fanalino di coda dell’innovazione al femminile (21,9%).

Per concludere questa mia riflessione vorrei aggiungere che sono molto felice che Expo 2015, che in questi giorni si avvia alla chiusura, abbia dato molto spazio alle iniziative rosa, attraverso Women for Expo, le premiazioni di progetti imprenditoriali ma anche un fitto calendario di iniziative ed eventi dedicati alle donne e per le donne.
Vi aspetto con nuove storie su Start Up in rosa!

Vera MORETTI