E’ stato il tema di numerose commedie cinematografiche, su tutte merita di essere ricordata “The Wedding Date” : quella in cui Debra Messing, la rossa Grace resa celebre dalla serie Will & Grace, deve trovare un accompagnatore per partecipare al matrimonio della sorella e rimedia un aitante gigolò di cui poi si innamorerà perdutamente.

Di cosa stiamo parlando? Del fatidico “più uno” che compare su numerosi inviti, per lo più a nozze.

Gli inviti spesso recitano la fatidica frase che, spesso e volentieri, crea più problemi che felicità. Gli sposi, si sa, lo fanno perché amano la geometria, l’ordine, i numeri pari e, soprattutto perché pensano di fare felici gli  invitati.

Bene, non è sempre così. Spesso e volentieri è troppo presto presentare un nuovo partner inoltre, un matrimonio come prima uscita ufficiale potrebbe essere pericoloso, creare false aspettative, confondere le idee e portare ad inutili litigate prima e dopo la cerimonia.

Che fare? Se non si è coppia ufficialmente riconosciuta, rodata e abituata a questo tipo di circostanza, il suggerimento è quello di evitare di portare il nuovo partner, l’amico di fresca frequentazione il “friend with benefits” del momento…

Le soluzioni solo come sempre due e due soltanto: o ci andate sole, ma solo se vi sentite a vostro agio con alcuni degli invitati e non soltanto con gli sposi che quel giorno certamente non potranno dedicarsi totalmente a voi, oppure, e questa a nostro parere è la soluzione migliore, ci andate con il vostro amico gay.

L’amico gay è sempre la risposta corretta, non si creano false gelosie, non si creano aspettative in un partner pescato a caso nella rubrica dell’iPhone e, inoltre, avrete accanto un amico sincero. Chi  può dire che una gonna vi sta male, che avete il rossetto sbavato sui denti, o che c’è un uomo che vi sta scrutando da almeno dieci minuti? Solo un uomo, gay, non certo un’amica che, per sincera che sia, proverà sempre una punta di invidia.

Silvia GALLI