Cosa avessero di così tanto speciale da tenerci imbambolate, incollate davanti alla Tv a guardarle mentre ammiccavano alla telecamera con occhi da cerbiatto, non siamo ancora  riusciti a capirlo. Eppure le ragazze di Non è la Rai, programma nato dalla mente diabolica di Gianni Boncompagni e Irene Ghergo, quelle che presentavano con l’audio-guida di Boncompagni, hanno davvero fatto un pezzo della televisione (qualcuno direbbe trash) italiana.

E proprio 20 anni fa, il 30 giugno del 1995, Ambra Angiolini tra lacrime, singhiozzi e disperazioni annunciava la fine della trasmissione, dopo 5 anni di balletti scatenati, vestiti attillati, canzoni rigorosamente in playback e cruciverba. Ci abbiamo pensato. Abbiamo provato a capire quale fosse la forza di quel programma, ma abbiamo fatto molta fatica. Gli abiti scollacciati delle lolite poco più che adolescenti (talvolta nemmeno tanto adolescenti), le loro movenze sexy, i loro bacini alla telecamera, la testa mossa freneticamente per fare vorticare freneticamente i lunghi capelli, potevano attirare, forse, imberbi adolescenti con l’ormone in tempesta.

E, invece, no, erano le ragazzine a volersi vestire come loro, a volere ballare come loro, a volere cantare in playback “Ti giuro amore, un amore eterno, se non è amore me ne andrò all’inferno“. Erano le ragazzine che le guardavano ammirate e compravano i diari e i quaderni di Ambra, Pamela, Ilaria e Antonella. Erano le ragazzine che andavano ai pomeriggi giovani in discoteca, scatenandosi con “Please, don’t go“. Le stesse che poi andavano a comprare la musicassetta dell’ultimo disco di Ambra. Qualcuno accusa ancora oggi Gianni Boncompagni di essere il colpevole. Perché, in principio, prima del trash, prima delle esterne, di Maria De Filippi, prima di Amici e di Uomini e donne, prima dei tronisti e dei gieffini, c’è stato lui, con le sue civettuolissime ragazzine, che hanno anche lanciato mode in fatto di look.

Ma, in fondo, se proviamo a pensarci un po’ per un attimo, erano i primissimi Anni ’90, che si trascinavano dietro la spensieratezza e la frivolezza degli Anni ’80, con tutto l’ottimismo per quello che ci poteva essere di buono nel tanto atteso 2000, che si avvicinava a grandi passi, prima che gli omicidi diventassero morboso oggetto di interesse del pubblico televisivo, con relativi pellegrinaggi nei luoghi degli assassiniI. Forse, quelle ragazzine un briciolo di spensieratezza, con la bellezza dei loro 15 anni, la regalavano. E qualcuno ancora le rimpiange.

 

Pinella PETRONIO