Una notizia incoraggiante, e quanto mai in tema, visto che oggi, 8 marzo, si festeggiano le donne, viene direttamente dall’Ufficio Studi di Confartigianato.
Si tratta di un numero, 1.482.200. A vederlo così, sembra non abbia particolare significato, ma se aggiungiamo che si tratta delle donne imprenditrici in Italia, acquista un’importanza sostanziale.

Abbiamo, quindi, un buon motivo per festeggiare oggi, poiché l’imprenditoria femminile italiana supera Paesi con forti tradizioni quali Germania, Francia e Spagna, che negli ultimi anni sembrava dovesse decollare e bagnare il naso a tutti, e invece…

Sarà di questo che parleranno oggi al convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Roma? Al Tempio Adriano, infatti, si affronterà il tema dell’imprenditoria in rosa e della sua ascesa con un incontro tra il Comitato per l’imprenditoria femminile della CCIAA e le Istituzioni, che verranno aggiornate sulle iniziative future e sui dati aggiornati riguardanti le attività imprenditoriali femminili su tutto il territorio.
Il titolo di questo convegno, “M’illumino d’impresa”, è significativo e in grado di “fare luce” sulla situazione che si sta delineando in Italia e che, forse, riuscirà a togliere alle donne l’appellativo, diventato inutile e obsoleto, di “sesso debole”.

La notizia diventa ancora più buona se si pensa che, a incrementare i dati, non contribuisce solo “il ricco Nord”, ma tutto il Paese. Le percentuali, anzi, sono più alte al Centro e al Sud. Perché questo? E’ un ulteriore esempio della tenacia e della versatilità delle donne che, stanche di lavorare sottopagate, senza garanzie né la possibilità di usufruire di congedi di maternità e part-time, hanno deciso di diventare lavoratrici indipendenti e far fruttare i loro talenti.

Ma non solo! Laddove le possibilità erano ancora più esigue, non si sono lasciate intimorire e si sono appropriate anche di quelle attività considerate finora “maschili”. Vi ricordate? Avevamo già affrontato questo argomento nell’articolo “Camioniste e Calzolaie : il lavoro da uomo diventa rosa!” e viene confermato dall’indagine di Confartigianato, che ha registrato circa 16.000 imprenditrici artigiane impegnate in settori quali falegnameria, edilizia, autoriparazione, produzione di macchine e prodotti di metallo, oltre, ovviamente, al trasporto merci e taxi.

Insomma, le donne, dopo l’ennesima porta in faccia, non si rassegnano a tornare a casa e dedicarsi a casa e famiglia, ma pretendono di poter dire la loro anche in campo lavorativo, dove, professionalmente e umanamente, non hanno nulla da invidiare ai colleghi uomini. E lo fanno senza fuggire, senza cercare occupazione nelle grandi città, ma rimanendo nella loro terra d’origine, per creare nuove opportunità anche alle generazioni che verranno.

Festeggiamo, allora, questa giornata dedicandola alle donne vere, intelligenti e forti, che, con le loro grandi risorse, stanno smuovendo l’economia italiana e portando una ventata ottimistica.
Ci auguriamo che ciò possa essere di buon auspicio per tante altre donne speciali che riescano a vedere, al di là di un tunnel fatto di pregiudizi e discriminazioni, una luce di moderna novità.

Vera Moretti