Il 20 giugno 1955 Piccioni, Montagna e Polito vengono rinviati a giudizio dal Giudice Sepe alla Corte di Assise e il 21 gennaio 1957 a Venezia si apre il dibattimento.

Montagna nega di aver conosciuto la Montesi, e Polito (ormai in pensione) conferma la tesi ufficiale dell’incidente in mare.

Alida Valli depone in favore di Piccioni, confermando il suo alibi secondo cui si trovava ad Ischia colpito da un forte mal di gola la notte in cui la Montesi ha perso la vita.

Alle 00.40 del 28 maggio 1957 il tribunale assolve tutti gli imputati con formula piena, ossia per non aver commesso il fatto.

Il processo a Muto, alla Bisaccia e alla Moneta Caglio

Il processo a Muto e alla Bisaccia per le accuse di calunnia si conclude con una condanna a dieci mesi per quest’ultima, con pena sospesa grazie alla “condizionale”. Anche la Moneta Caglio viene sottoposta a processo per via del suo memoriale, ma viene assolta.

Nell’estate 2006, il giornalista Francesco Grignetti ha pubblicato un libro sulla vicenda, dal titolo “Il caso Montesi”, in cui afferma di aver reperito presso gli archivi della Polizia di Stato all’EUR alcuni faldoni di documenti d’epoca, nei quali emerge il tentativo di insabbiamento operato dal ministero dell’Interno e parzialmente fallito per via del clamore mediatico suscitato dal caso.

Sulla tragica fine di Wilma Montesi regna ancora oggi il mistero più fitto.

 

Roberta BRUZZONE – criminologa e psicologa forense Presidente dell’Accademia Scienze Forensi