Non solo esercizio abusivo delle professioni di dietologo e fisioterapista, anche violenze sessuali su almeno sette pazienti.

Sono questi i reati imputati a Roberto Giovanni Rosario Ranieri, 60 anni, condannato dal Tribunale di Ravenna a sei anni e quattro mesi di reclusione. La procura aveva chiesto nove anni. L’imputato, difeso dagli avvocati Micol Lombardini e Stefania Bondini del foro di Forlì-Cesena, dovrà anche pagare 3mila euro di risarcimenti e altrettanti di spese legali all’unica paziente costituitasi parte civile con l’avv. Carmelina Arcuri di Ravenna. Ranieri è stato inoltre interdetto dai pubblici uffici.

Originario di San Vito dei Normanni, Brindisi, ma residente a Forlì, Roberto Ranieri era stato chiamato in causa per l’attività svolta in un ambulatorio di Cervia. E proprio qui lo scorso 16 maggio 2012 i Carabinieri gli avevano notificato la misura degli arresti domiciliari per reati accaduti tra il 2009 e il 2011.

Ha dichiarato in requisitoria il Pm Angela Scorza titolare del fascicolo: «Esercitava la sua attività per sottoporre le pazienti tramite l’inganno ad atti di natura sessuale». Il 60enne si è difeso dicendo di voler sbloccare il Chakra sessuale delle sue vittime, uno dei sette centri di forza teorizzati dalla medicina alternativa orientale, «che però si trova sotto l’ombelico e non nel perineo». Un comportamento «né recente né occasionale visto che è andato avanti fin dal 2011 quando la molestata fu una 16enne».

Oltre a questo reato, l’uomo esercitava abusivamente la professione di dietologo. Spiega il Pm: «dava diete, applicava elettrodi, praticava laserterapia, leggeva esami medici e radiografie e faceva massaggi curativi per ernie e dolori in generale». Per la difesa quelle delle pazienti «erano state solo sensazioni» con un’influenza reciproca delle versioni visto che «Cervia è un paesone dove tutti si conoscono». E per quanto riguarda la professione, l’imputato sarebbe stato abilitato a ciò che in realtà faceva: solo trattamenti estetici.

Sull’uomo pende il solo obbligo di firma.

È comunque curioso che gli accertamenti sullo studio del falso medico erano iniziati anni fa con verifiche da parte dei Nas di Bologna, mentre la parte relativa all’inchiesta sulle violenze sessuali è scattata solo in seguito alla querela che il 60enne aveva fatto contro una giornalista locale che aveva riportato la testimonianza di una paziente. Il Pm Scorza aveva poi proposto l’archiviazione per la diffamazione a mezzo stampa e aveva aperto un fascicolo per gli abusi sessuali.