Di Roberta RESTRETTI

Determinazione e disciplina sono un connubio fondamentale nel mondo della danza come emerge anche dal “Cigno Nero”, film che ha diviso l’opinione pubblica, indignato molti fronti all’interno del mondo del balletto, scioccato i più sensibili e affascinato tutti coloro che sono stati in grado di coglierne la vera essenza: ovvero l’estenuante lotta tra ciò che sei e ciò che puoi diventare attraverso il tuo talento, che può distruggerti o farti diventare il migliore.

Questo excursus non è casuale: a volte, per realizzare un sogno e diventare numeri uno si è costretti a pesanti compromessi. Alla vigilia dell’inaugurazione della nuova stagione de La Scala di Milano, Mariafrancesca Garritano – in arte Marygarret – membro del corpo di ballo del prestigioso Teatro, si confessa al domenicale britannico Observer denunciando una drammatica realtà all’interno del mondo del balletto.
«Una ballerina della Scala su 5 è anoressica o bulimica. Io andavo avanti con una mela e uno yogurt al giorno, affidandomi soltanto all’adrenalina per arrivare alla fine delle prove. Alcune ballerine venivano portate in ospedale per essere alimentate con i tubi», con queste dure parole la Garritano riaccende la polemica sul mondo della danza che già era iniziata con il suo libro “La Verità, vi prego, sulla danza” edito nel 2010.
Mariafrancesca Garritano lavora alla Scala da 13 anni e, malgrado tutto quello che descrive, non si è mai licenziata poiché spera che le cose possano cambiare e che la sua professione, che adora, possa restare un sogno che si è realizzato e non un incubo che affligge ogni giorno della sua vita. Resta il fatto che, se le sue accuse sono veramente fondate, è difficile comprendere e accettare quanto costa amare profondamente la propria professione, per la quale si arriva a mettere a rischio la vita e la stessa carriera. Competizione e successo sembra siano le due sole cose che contano, mentre quello che conta davvero è la consapevolezza che senza la vita non può esistere nient’altro.
Ovviamente la replica a queste rivelazioni non è tardata ad arrivare. Un’altra ballerina, Lara Montanaro si è scagliata contro le accuse affermando che «il Piermarini non è un lager. È evidente che per la professione che facciamo l’aspetto fisico sia importante, anzi fondamentale, ma fare attenzione a ciò che si mangia non può essere definito disturbo alimentare o anoressia. Io non sono anoressica e non mi sento circondata da anoressiche, anzi: a quel che mi risulta, nel Corpo di ballo della Scala non esistono ballerine anoressiche in senso clinico, tantomeno persone alimentate a forza in ospedale con tubi».
Ci auguriamo tutti che sia davvero questa la verità.