Questo articolo nasce in risposta alla piacevole provocazione della Direttrice de L’Unità Concita De Gregorio, che ha lanciato l’amo nel grande mare del web invitando le donne a farsi sentire. [Per chi se lo fosse perso, in calce al post il riferimento alla nota in questione]*.

Oggi sul portale di TheWoman, voglio parlare a nome di tutta quell’altra metà della luna non rappresentata dalla De Gregorio, quella delle Donne che non si fanno vedere in TV con abitini succinti in preda a megalomania, magre come grissini e sbandierando qualche idea altrui pur di comparire sul piccolo schermo piuttosto che su qualche copertina.

Oggi scrivo a nome di tutte le Donne che la trasparenza la vogliono davvero, ma non sui completini intimi: sulle questioni che stanno loro a cuore in materia di salute, progetti, istruzione, economia, giustizia.

Perché ce ne sono “altre”, di Donne, che quando vengono derise o messe in discussione non urlano a squarciagola le loro piccole idee alzando il tono sempre più per la mancanza di temi coi quali ribattere. Ci sono Donne che con il loro silenzio ogni giorno lavorano e studiano (o entrambe le cose!) in un mondo messo a dura prova dalla crisi, portando onestamente a casa uno stipendio che basti a dar da mangiare ai loro figli, a farli sentire sereni.

Donne che convivono con problemi piccoli e grandi, ma non mollano mai.
Donne che desiderano storie d’amore romantiche (a 20 come a 50 anni), anche col collega della scrivania accanto, non sognandosi minimamente di prostituire il loro corpo per sfoggiare una borsa di Louis Vuitton.

Perché nonostante la televisione ci presenti un medioevo sociale affollato di veline e letterine che sognano solo un posto nel grande palco mediatico, per ognuna di loro ci sono ogni giorno centinaia di Donne che vincono concorsi letterari, si laureano, fanno scoperte scientifiche, investono capitali, inventano nuovi modi per vivere nel mondo che quello di oggi è diventato.

Donne con la D maiuscola che nel loro piccolo si muovono perché le cose cambino, a livello sociale e politico, dagli incontri con gli insegnanti alle riunioni di condominio, insegnando ai loro figli e vicini l’educazione e il rispetto della legalità, dell’ambiente, dei costumi e delle tradizioni.

Perché non è vero che le Donne alzano le spalle di fronte a quel che succede nel mondo, ma agiscono sul mondo in modo diverso e produttivo, partendo proprio dall’educazione dei loro figli, dalle piccole cose di tutti i giorni, dallo spirito critico nei confronti della televisione, dalla lettura attenta dei quotidiani…

Non sparlano delle “myricae” di questo piccolo governo, ma si interessano di quello che davvero può cambiare. Non fanno pettegolezzi, ma si formano un’opinione di ciò che vedono e sentono, studiando il modo migliore per cambiare in positivo la situazione attuale. E scrivono, discutono, si confrontano per evitare che il loro prossimo voto vada in fumo rovinando tutto il lavoro a cui hanno dedicato l’anima, per fare sì che quest’epoca diventi quella ideale nella quale vivere e crescere dei figli. Donne che lottano contro la violenza, contro lo sfruttamento, contro l’inquinamento, contro la povertà. E si battono per avere e dare sicurezza e libertà: di informazione, di pensiero, di scelta.

Donne a cui le mamme, se sapessero di una loro possibile storia nebulosa e piccante con un vecchio perverso ma ricco, non risparmierebbero ceffoni a qualunque età: altro che espressioni sognanti e scarni “magari”.
Donne con le gonne, il cervello, e un cuore che cambiano e cambieranno l’Italia senza necessariamente finire in TV.

Cara Concita, le altre Donne siamo noi, tutte noi.

*Concita De Gregorio,  Le Altre Donne

Erika Pompili