Secondo gli atti Edoardo Agnelli avrebbe fatto una serie di telefonate poco prima di gettarsi dal viadotto per spostare una serie di appuntamenti e per fissarne di nuovi in agenda.

Aveva chiamato alcuni amici, ma anche diversi interlocutori di lavoro. Certo, è piuttosto strano che una persona che ha deciso di togliersi la vita di lì a qualche minuto metta in campo questo tipo di comportamento.

Edoardo si comportava come se ce lo avesse avuto ancora un futuro da organizzare e popolare di appuntamenti. Ma solo una manciata di minuti dopo giaceva in fondo al viadotto.

E anche le condizioni in cui venne ritrovato il suo corpo sono piuttosto difficili da spiegare, soprattutto in considerazione di un volo di oltre 80 metri. Ha il volto ancora integro, le scarpe ai piedi (entrambe), addirittura le bretelle ancora perfettamente allacciate ed indossate.

Certo, dopo un volo di 80 metri non é esattamente ciò che mi aspetterei di trovare dei poveri resti del suicida. Noi del settore sappiamo bene come questo genere di precipitazioni possano essere impietose nei confronti della salma del soggetto e rendere sostanzialmente irriconoscibili i lineamenti. L’impatto rovinoso al suolo da una tale distanza fa scempio senza pietà. Ma Edoardo viene descritto con il volto intatto e vestito di tutto punto.

C’è poi anche un altro dato che non torna, quello temporale.

Secondo quanto afferma un pastore che viveva a pochi metri dal punto dell’impatto. L’uomo sostiene di aver sentito i cani abbaiare verso le 8 quella mattina di novembre.

Per tale ragione era uscito subito di casa e si era imbattuto nel cadavere del giovane rampollo di casa Agnelli.

Di fatto l’autopsia non venne mai effettuata, nonostante anche su questo punto siano accadute altre “stranezze”.

Parisi in una recente intervista ha affermato infatti che qualcuno nel 2010 aveva cercato di far credere il contrario, ossia che il corpo di Edoardo fosse stato sottoposto a regolare autopsia all’epoca dei fatti. Ma secondo Parisi (che sostiene di avere tutte le prove documentali del caso anche su questo elemento) in realtà nessuno esaminò mai la salma di Edoardo.

Oggi assistiamo all’ultimo capitolo di questa tragica vicenda.

Secondo una giornalista americana, Jennifer Clark, Edoardo si sarebbe sicuramente suicidato e lei ne fornisce una prova, a suo dire, indiscutibile.

Si tratterebbe di una foto che ritraeva Edoardo e che quest’ultimo avrebbe consegnato al padre e ad un amico qualche giorno prima del tragico gesto con la seguente consegna: “Voglio essere ricordato così”.

Sarebbe dunque questo il messaggio di addio destinato a far calare definitivamente il sipario su questa vicenda? E allora come mai sulla sua auto, trovata con il motore acceso ed il portabagagli aperto, non sono state trovate le sue impronte?

Parisi dubita dell’esistenza di questa foto e del suo reale significato. Nel fascicolo giudiziario del caso di questa foto non vi sarebbe mai stata traccia. E Parisi non è l’unico a ribadire con forza la pista omicidiaria.

Anche un altro giornalista, Giuseppe Puppo, nel 2009 ha pubblicato nel libro “Ottanta metri di mistero – La tragica morte di Edoardo Agnelli” tutti gli elementi che a suo dire gettano ombre oscure sulle circostanze in cui è maturato il decesso di Edoardo.

In particolare Puppo sottolinea come nessuno lo abbia in realtà visto buttarsi, e questo è molto strano dal momento che l’autostrada Savona-Torino in quel tratto è sempre molto frequentata (si parla di una media di otto veicoli al minuto in transito).

Edoardo in quel periodo zoppicava vistosamente, faceva molta fatica a camminare e si aiutava con un bastone. Certo non era nelle condizioni fisiche migliori per arrampicarsi da solo sul parapetto e poi gettarsi nel vuoto.

E che fine aveva fatto la sua scorta quella mattina?

Ma Puppo si spinge oltre nel suo libro. E arriva ad affermare che, secondo alcune fonti confidenziali molto vicine alla famiglia Agnelli, alcune settimane prima della sua morte a Edoardo venne chiesto di firmare un documento in cui quest’ultimo rinunciava completamente ai suoi interessi gestionali in FIAT in cambio di una grossa cifra di denaro ed una serie di immobili. Secondo queste fonti Edoardo non acconsent’ a firmare e questo ne avrebbe decretato la condanna a morte.

E’ andata davvero così? Ma allora chi può aver voluto la morte del giovane Agnelli? C’è chi ancora oggi è pronto a sostenere che Edoardo in realtà sia stato vittima di un complotto proprio a causa delle sue idee che tanto si discostavano dalla matrice imprenditoriale familiare.

Avrebbe pagato quindi il prezzo più alto per difendere la sua autonomia decisionale, la sua libertà di pensiero. O forse ha solo ceduto alla sua disperazione di vivere e, in considerazione dell’assoluta condizione di privilegio di cui godeva, alla maggior parte di noi tale scenario sembra semplicemente inconcepibile spingendoci ad alimentare un mistero che in realtà non è mai esistito.

Oggi abbiamo un’unica certezza: Edoardo giace sepolto a Villar Perosa, nella tomba di famiglia proprio accanto a quel padre e a quel cognome così ingombranti.

Roberta BRUZZONE – criminologa e psicologa forense Presidente dell’Accademia Scienze Forensi