Era il 9 aprile 2011 quando Karim Capuano, modello, attore, autore televisivo e noto al grande pubblico per la sua partecipazione televisiva al programma Uomini e Donne e La Talpa (edizione 2006) veniva travolto e schiacciato da un pullman di linea della linea romana, sulla via Appia. Molto si è scritto a proposito: “Karim ubriaco”,”L’uomo, 34 anni, è stato denunciato dal nucleo radiomobile dei carabinieri di Velletri, intervenuti sul posto, per guida in stato di ebbrezza”, “ennesima bravata da un tronista”, “quello dello spettacolo come al solito guidava ubriaco”. Speculazioni e malelingue che, come spesso accade, puntano sul sensazionalismo di una notizia nazionalpopolare, quando in realtà la vera verità è un’altra. E’ lui stesso a raccontarcela.

Che cosa si ricorda dell’incidente?
Assolutamente nulla. Quella sera tornavo da un evento in cui mi era stato chiesto di cantare. Avevo mal di gola, per cui qualche ora prima mi ero recato in farmacia: il dottore mi aveva prescritto un banalissimo Propoli. Ho saputo dopo che contiene per il 70% alcol etilico. Ed il farmacista ha confermato la mia dichiarazione.
Eppure, sono state dette un sacco di falsità, a partire dal fatto che fossi ubriaco. La polizia ha poi trovato lo spray nella borsa eppure ha archiviato velocemente il caso. Nessuno mi ha fatto “soffiare”, né firmare le analisi tossicologiche, cosa che deve essere genericamente fatta. Non ho potuto sottoscrivere niente poiché ero già entrato in coma al momento della messa agli atti. E’ stato commesso un abuso.

Dicono che guidasse sopra il limite consentito
Un’altra falsità. In base all’urto avvenuto tra la mia Smart ed il pullman, il perito ha accertato che la velocità su cui viaggiavo era di 71 Km/h su una strada interurbana dove il limite è di 90 Km/h. Ero sull’Appia e, a dispetto di quello che dicevano molti, avevo la cintura di sicurezza.
Quello che so è che mentre guidavo mi sono trovato, tutto d’un tratto, un pullman contromano. Un pullman di quelli per il trasporto delle persone. Per fortuna a quell’ora era vuoto. In pratica, mi sono trovato un muro di traverso. Era uno di quegli autobus interurbani che partono da Roma, della Cotral (una S.p.A., azienda di trasporto pubblico regionale – N.d.r.).
Poi basta, il vuoto. Da lì sono entrato in coma irreversibile. Mi avevano dato per morto.

Ha più saputo niente dell’autista?
Ovviamente il mio avvocato ed io l’abbiamo denunciato, ma da parte sua nemmeno una chiamata di scuse. Niente. Al contrario suo, io una telefonata l’avrei fatta.

A che punto siete delle causa civile?
Anche qui siamo di fronte alle solite assurdità che in un Paese civile non dovrebbero accadere. Pensi che con i miei avvocati Boni e Gerbi siamo in causa con l’assicurazione del Comune di Roma da dove continuano a fare storie per il risarcimento dei danni.
Non ho ancora ricevuto alcun tipo di indennizzo.
A causa di quel maledetto muro in orizzontale spianata sulla via Appia ho perso dei lavori, stavo girando due fiction per Rai 2 nel ruolo di protagonista.
Poi, quando sono uscito dal coma, mi sono rivolto alle migliori strutture ospedaliere d’Italia e d’Europa, dal San Camillo al San Raffaele. Mi sono sottoposto alle cure dei migliori neurologi privati, ed ovviamente quelli costano.
E’ vero, conosco tante persone. Posso farmi assistere dai migliori avvocati e usufruire di tutte le cure. Ho amici potenti, importanti, eppure non ho avuto alcun anticipo sulle spese mediche. I miei amici avvocati sono tali anche perché non mi hanno chiesto nessun anticipo. E parliamo di parecchi soldi.
Ora. Io conosco queste persone, faccio un lavoro che mi ha permesso di sopportare queste spese, ma la mia domanda è: un povero cristiano che non ha avuto dalla vita la mia stessa fortuna, come si sarebbe dovuto comportare? Come avrebbe potuto guarire? Questa è la domanda che mi pongo ogni giorno.

I mesi in coma, le donne, l’amore, il futuro professionale al cinema ed in TV. Queste domande e tante altre risposte nella prossima puntata a tu-per-tu con Karim Capuano.

Paola PERFETTI