Un farmaco ci salverà anche dalla fisiologica sofferenza post-rottura? Sembrerebbe di sì dati gli ultimi esperimenti effettuati dall’Università della California. E non parliamo del breve successo dell’Amorex austriaco (un derivato della Griffonia contenente triptofano che prometteva miracoli due anni fa) ma di un farmaco già sperimentato da decenni come antidolorifico e che potrebbe essere utilizzato oggi anche a questo scopo.

Le aree cerebrali implicate nella gestione del dolore fisico sarebbero infatti parzialmente sovrapponibili con quelle dedicate al dolore prettamente emotivo, e si potrebbero inibire con la sessa tipologia di farmaci attualmente utilizzati per i piccoli dolori quotidiani.

Magia? Bugia? Assolutamente no. Il farmaco in questione è il paracetamolo, più comunemente conosciuto come Tachipirina, e ne basterebbero 1000mg al giorno per garantire un forte abbassamento della percezione dolorosa emotiva dovuta alla fine di una storia d’amore.

La Tachipirina sarebbe quindi in grado non solo di ridurre la sensazione relativa al comune dolore fisico, ma anche di andare a silenziare parzialmente l’attività neuronale responsabile del dolore psicologico. Una scoperta che potrebbe risultare sensazionale, dato che potrebbe essere utilizzata anche in caso di sofferenze emotive dovute ad altri fattori come il lutto, la perdita del lavoro o la separazione, in associazione coi farmaci già sperimentati.

I rischi però sono due: un sovraccarico a livello epatico dovuto alla prolungata somministrazione di un farmaco altrimenti utilizzato solo per brevi periodi di tempo, e (assai più importante) la futura incapacità di reagire da soli alle perdite più o meno gravi della vita.

Il fatto di delegare ad una compressa il compito di dissolvere un dolore fisiologico ci impedisce infatti di elaborarlo e poterlo superare, scaraventandoci in un limbo d’anestesia che rischia di renderci più deboli col passare degli anni.

Insomma, abbiamo un nuovo strumento per combattere un dolore che in passato non poteva essere placato in altro modo che con lo scorrere del tempo, l’importante è (come al solito) non abusarne.

Erika POMPILI