Aegesta Siciliae urbis ubi calidae aqua, diceva il geografo greco Strabone a cavallo tra il I secolo a.C. e d.C. La città trapanese di Segesta, leggendariamente fondata dai troiani e in antichità acerrima antagonista di Selinunte con la quale combatteva per motivi territoriali, è celebre da sempre per le proprietà terapeutiche delle sue acque termali. Anche lo storico greco Diodoro Siculo le cita nel suo Bibliotheca historica, raccontando che furono create dalle ninfe come dono ad Eracle dopo il viaggio compiuto da Pilora a Erice, mentre secondo Dionisio di Alicarnasse qui Enea lasciò i troiani più deboli affinché potessero guarire dai loro malanni proprio grazie alle proprietà benefiche delle fonti termali.

Avevano già capito tutto gli arabi, i greci e i romani che qui vi si recavano per temprare il corpo e la mente. Dagli anni ’50 ad oggi, poi, queste “mitiche” terme sono state ampliate fino ad assumere l’aspetto odierno.

Le acque segestane, classificate come minerali, ipertermali, sulfuree, salso-solfato-alcaline e alcaline terrose, sgorgano da tre diverse sorgenti a una temperatura compresa tra i 46°C e i 47°C. Essendo molto ricche di idrogeno solforato e di altri componenti sulfurei, fanno molto bene alla pelle e sono adatte alla cura delle malattie reumatiche e delle vie respiratorie.

Oltre alle terme lo stabilimento è dotato di due piscine alimentate dall’acqua termale e di una sauna di epoca romana conosciuta come Grotta Regina. Bagni, fanghi, antroterapia, inalazioni, insufflazioni per curare malattie cutanee, respiratorie e reumatiche sono tutti i trattamenti che le Terme Segestane offrono. Oltre a Nuova Sorgente e Grotta Regina, entrambe sorgenti interne, una terza detta il Bagno delle Femmine sgorga esterna e libera con polle dette “del Cremiso” che affiorano direttamente dal Fiume Caldo e che si riversano in piccole anse riparate e suggestive cascate.

Rilassarsi tra le rovine antiche di questa città a nord ovest della Sicilia rimasta intatta con le sue meraviglie tra il tempio in stile dorico e il teatro in parte scavato nella collina… al solo pensiero ci si sente già meglio.

 

Giulia DONDONI