Aumentano gli italiani che scelgono di curarsi naturalmente. Per facilitare al massimo la circolazione dei saperi e portare avanti la ricerca nel settore, Guna, l’azienda leader in Italia nel comparto dei farmaci di origine biologica, ha lanciato la filosofia ‘No Patent’ per la rimozione delle protezioni brevettuali.

Gli attacchi al settore ”ci sono stati ma ne ha risentito l’omeopatia esoterica mentre quella scientifica che dà risultati sicuri sta continuando ad andare bene” spiega Ivo Bianchi, professore all’università di Milano e presidente onorario e fondatore dell’Aiot.

Per Bianchi ”bisogna distaccarsi dalla visione ottocentesca dell’omeopatia e aggiungere la scientificità di oggi che su alcune patologie funziona bene come la colite, l’asma o patologie infettive dei bambini”. E non solo: ”il farmaco omeopatico può essere affiancato alla medicina tradizionale”.

Gli italiani, dunque, aggiunge Bianchi, ”vogliono la cura naturale ma apprezzano anche la chiarezza scientifica. Hanno bisogno di capire”. Ma purtroppo ”c’è un ostracismo dei medici che non vuole leggere i risultati scientifici che il settore sta portando avanti”. Il vero limite per l’omeopatia, dunque, ”non è la mutua che non passa il farmaco ma è la delegittimazione che arriva dal mondo accademico”.

Eppure pare che il trattamento omeoapatico faccia bene anche agli allevamenti bovini riducendo l’80% delle patologia. E’ il risultato della Azienda Regionale, dell’Università di Padova e un gruppo di veterinari dopo aver condotto un’indagine parassitaria sugli allevamenti bovini biologici del Veneto.

Per facilitare al massimo la circolazione dei saperi e portare avanti la ricerca nel settore, Guna, l’azienda leader in Italia nel comparto dei farmaci di origine biologica, ha lanciato la filosofia ‘No Patent’ per la rimozione delle protezioni brevettuali e la produzione editoriale secondo i principi del Copyleft, ossia la circolazione gratuita e senza necessità di preventiva autorizzazione, purchè ci sia la citazione della fonte.

L’azienda, con un fatturato di 52,8 mln di euro, pari 8,4% di crescita (media negli ultimi 8 anni), si impegna molto anche sul versante ambientale, interpreta la logica brevettuale come una pesante zavorra che blocca il naturale impulso dinamico allo sviluppo delle nuove conoscenze e crede fermamente nella condivisione del sapere a tutti i livelli. Proprio grazie al manifesto ‘No Patent’ e alle sue politiche di responsabilità sociale, Guna, a fine 2009, ha vinto il premio per lo sviluppo sostenibile ‘Ethic Award’ de ‘Il Sole 24 ore’.

L’azienda presenterà il bilancio 2010, già disponibile on line (www.guna.it/bilanciosociale2010).

Marco Poggi