La crisi impazza ma il settore cosmetico non perde un colpo. La teoria del lipstick index non è una leggenda metropolitana e ad ogni periodo di crisi torna a far parlare di sè.
Il termine lipstick index è stato coniato da Leonard Lauder, presidente del colosso Estée Lauder, proprio nelle settimane successive all’11 settembre 2001.

Lauder infatti dichiarò che il business del rossetto non conosce crisi, dimostrando l’aumento delle vendite proprio dopo la catastrofe delle torri gemelle. Si dice infatti che nei momenti di maggiore tensione, i rossetti continuano ad essere acquistati. In particolar modo quelli di colore rosso.

In tempi più recenti possiamo dire che il dato positivo si estende a tutto il settore cosmesi. Perchè le donne rinunciano a tutto ma non al make up? Perché è un piccolo lusso che dà appagamento senza pesare troppo sul budget familiare: curare la propria immagine ci rende più sicure di noi stesse e il rossetto, in particolar modo il rossetto rosso, ha il potere di far sentire una donna più seducente.

Alla bellezza non si rinuncia, insomma, ma un occhio al portafoglio ci vuole sempre.

A dimostrarlo è esattamente l’aumento delle vendite dirette a domicilio: le ricerche attestano che ci si affida sempre più volentieri alle ‘presentatrici’ che fanno le dimostrazioni porta a porta, in quanto il prodotto viene maggiormente personalizzato e consigliato per le esigenze specifiche delle clienti. Inoltre, anche il prezzo è solitamente più basso, senza rinunciare alla qualità.

«Le beauty consultant vincono sulle estetiste»,  afferma Luca Pozzoli, presidente di Univendita, l’unione italiana vendita diretta che afferma: «I cosmetici rappresentano uno dei tradizionali punti di forza nella vendita diretta a domicilio.  Il 12% del fatturato totale delle aziende Univendita: è altamente significativo che in un anno come il 2012, che ha visto i canali di vendita più tradizionali chiudere in negativo sul mercato interno, noi mettiamo a segno un attivo».

Con una metafora calcistica potremmo dire rossetto 1-crisi 0, palla al centro.

Martina ZANGHI’