Si sa, di necessità virtù. In tempi di crisi ogni motivo è buono per guadagnare qualcosa e i romani non si lasciano scappare l’occasione. Se ci fosse ancora qualcuno a non saperlo, papa Benedetto XVI ha deciso di dimettersi e già dal 28 di febbraio si è ritirato a Castel Gandolfo.

Dalle 20 della stessa data la sede è vacante, come si può leggere anche dal profilo twitter del papa @Pontifex. Tutti i tweet del primo papa cinguettante, sono state archiviati e il profilo è in attesa del nuovo Pontefice e del nuovo nome e sull’ account.

Ma non sono solo i suoi follower ad attendere notizie. La date di inizio del conclave non sono ancora ufficiali ma impazza la voglia di trovare un posto in prima fila tra l’11 e il 17 marzo, le date ‘papabili’ della fumata bianca.
Sono già in corso le riunioni dei cardinali e le Congregazioni generali e i prezzi e l’offerta di camere e case in affitto stanno già impennando.

Basta dare uno sguardo nei principali siti di annunci gratuti per avere un’idea del movimento che si sta sviluppando, i budget si adattano a tutte le tasche, dai 50 euro al giorno per una camera doppia agli 8.000 Euro per un appartamento per tutta la durata del conclave. Ci sono anche annunci bilingue perchè la caccia al pellegrino è sempre più worldwide.

Dati i tempi di crisi la formula più cheap è quella degli alloggi privati. Anche qui gli aumenti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso ammontano al 20-30% in più. Rumors affermano anche di tariffe salatissime pagate dalle televisioni internazionali per aggiudicarsi le finestre delle case con vista Cupolone. Pellegrini, fedeli e vaticanisti unitevi, la corsa alla casa perfetta with a view è iniziata.

Il business nei pressi del Vaticano, da piazza Risorgimento a via di Porta Angelica, impazza anche per il resto delle attività. Ristoranti, venditori di souvenir e ambulanti approfittano della situazione. Se non altro, i commercianti e gli abitanti delle zone vicine al Vaticano, ogni morte di papa (in questo caso dimissione) riescono ad arrotondare lo stipendio.

Martina ZANGHI’