Gli opposti si attraggono? Mai luogo comune fu più falso, e a darne la conferma arriva niente meno che la Scienza.

Una coppia NON deve essere polo positivo e negativo, bianco e nero, bensì pane e marmellata, Gianni e Pinotto e… potremmo andare avanti all’infinito, ma è meglio finirla qui: affinché una coppia possa durare è necessario che le due personalità siano simili e si completino, come angolo acuto e angolo ottuso.

Almeno questo è ciò che afferma lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Personality and Individual Differences che, affrontando una ricerca della durata di cinque anni che ha visto coinvolte quasi 5 mila coppie, ha stabilito che il segreto per una vita di coppia felice e duratura è essere compatibili avendo caratteri simili. Dallo studio è anche emerso che partner con personalità poco affini mettevano la parola fine alle proprie relazioni dopo un massimo di cinque anni di relazione. Ma questo non sembra essere l’unico segreto.

Spesso gli studiosi analizzano le questioni di cuore da un punto di vista scientifico domandandosi quali siano gli ingredienti che rendono perfetto un rapporto. Che poi non si tratta solo di una questione di cuore.

È risaputo che una relazione sentimentale felice ha effetti benefici sulla salute psicofisica di ognuno; al contrario, una situazione fatta di musi lunghi e litigi influisce negativamente su ogni aspetto della quotidianità.

Risale a qualche giorno fa la pubblicazione sull’European Journal of Preventive Cardiology  di una ricerca che ha messo in luce come coppie sposate o conviventi, soprattutto di mezza età, corrano un rischio minore di soffrire di malattie cardiovascolari. Dopo aver analizzato i dati relativi a 15.330 eventi classificati come “sindromi cardiache acute” avvenuti tra il 1993 e il 2002, gli studiosi hanno riscontrato un collegamento tra l’età e l’insorgenza di tali disturbi. In sintesi: uomini e donne non sposati sono maggiormente soggetti a queste patologie rispetto a conviventi o coppie sposate.

Ma la ricerca non si è esaurita qui. Alcuni psicoterapeuti sono andati a fondo indagando  gli elementi che possono assicurare lunga vita ad una relazione: rispetto, comunicazione e progettualità comune über alles.

Nel frattempo, gli studiosi dell’Università di Washington hanno esaminato la vita sessuale di 4.500 coppie sposate e sono giunti alla conclusione che il grado di soddisfazione sessuale è strettamente collegato a una divisione tradizionale dei ruoli in ambito domestico. La classica distinzione dei compiti con Lei-angelo del focolare e Lui-uomo di casa rafforzerebbero l’identità di genere e, conseguentemente, la qualità dell’intesa a letto. Numeri alla mano, i sociologi dell’American Sociological Review hanno intervistato migliaia di coppie sposate e hanno riscontrato che coloro aventi una suddivisione dei compiti e dei ruoli tradizionale avevano una media di 5 rapporti sessuali al mese, vale a dire 1,6 volte in più rispetto a mariti e mogli con ripartizioni più moderne.

Da ciò ognuno può trarre le conclusioni che vuole. Ad esempio che è proprio vero che l’amore fa del gran bene ma può anche “doler il cuor”. Per quanto concerne i ruoli di oggi, beh, la parità dei sessi è ormai cosa superata, o almeno così dovrebbe essere. Ad essere sinceri, a volte i ruoli sono addirittura capovolti. Siamo a conoscenza di numerose coppie dove è la donna a portare i pantaloni in quanto Lui incapace di svitare un bullone, prendere in mano un martello o cambiare una lampadina. E se è vero che di necessità si fa virtù, è davvero indispensabile che le donne non stiano ad aspettare il principe azzurro procacciatore di pagnotta-idraulico-meccanico e amatore instancabile.

Non siete d’accordo?

Giulia DONDONI