Noi il web lo amiamo. Ne amiamo la velocità. Ne amiamo la semplicità. Ne amiamo la democrazia. Allo stesso modo amiamo i social network. Perché ci piace vedere foto di posti belli su Instagram, perché ci piace la celerità con cui navigano le informazioni su Twitter, perché ci piacciono certi status – ora ironici, ora poetici, ora divertenti – su Facebook. Ma durante la seconda giornata di questa Milano Moda Donna, siamo rimasti molto colpiti da una cosa. Un front row di blogger importanti, influencer e it girl con il telefono in mano, la testa china e gli occhi fissi sugli schermi. Ce ne siamo accorti una volta, ce ne siamo accorti due volte, ce ne siamo accorti troppe volte. Senza polemica alcuna, perché anche noi in sfilata usiamo smartphone, twittiamo e scattiamo e instagrammiamo.

Ma… durante i 15 minuti di sfilata, quasi mai hanno sollevato la testa verso le sete lussuose, verso i velluti sontuosi, verso i ricami fatti a mano, degli abiti. La nostra non vuole essere una condanna. Lungi da noi fare il Grillo parlante. E lungi dal volere sposare certe teorie che si sono diffuse in merito all’uso di social e smartphone in sfilata. La nostra è piuttosto una constatazione. Ma quanta bellezza si perdono?

Quando nel lontano 2010 si chiedeva a pieni polmoni di fare a pezzi il sistema tradizionale – stantio, vecchio e polveroso, fatto di magazine che quando uscivano erano già vecchi – di aprire le porte al web, di fare accomodare in front row anche blogger e, quelli che poi avremmo chiamato, influencer, non ci saremmo di certo aspettati che tutto ciò sarebbe sfociato in mero presenzialismo. Quelle blogger, nel 2010, erano attente alla moda. Guardavano con occhio critico, osservavano con piglio critico, sceglievano cosa indossare. Non subivano le tendenze, le facevano. Ma oggi che arrivano in sfilata totalmente brandizzate, in che modo fanno ancora tendenza? Forse, è arrivato di nuovo il momento di cambiare. Forse, blogger e influencer hanno trovato un diverso modo, che ancora noi non capiamo, per comunicare la moda.

Moda che abbiamo avuto il piacere di ammirare alla sfilata di Luisa Beccaria, che ha portato in scena una donna romantica e boho, che sa essere se stessa fuori, all’aria aperta, a contatto con la natura, e allo stesso modo nell’intimità di un’alcova. Abiti dalle silhouette morbide e dai tagli scivolati oppure con corsetti che definiscono il punto vita, vestaglie in velluti leggeri incrostati di ricami fiorati, gonne a godet, ma anche cropped pants abbinati a giacche e cappotti, arricchiti da applicazioni con volatili, dai quali fanno capolino borbide bluse trasparenti. Protagonista assoluta, insieme a quella floreale, è stampa check che impreziosisce abiti e maglie. Un trionfo di velluti, broccati, ruches, lurex, tulle e organza, declinati nei colori del turchese e del petrolio, dell’ottanio e del pavone, del verde e del rosa.

Lilija Brik, musa dell’avanguardia Russa, ispira la collezione di I’M Isola Marras. A lei, donna dalla personalità straripante e carismatica, bellissima, eccentrica, poliedrica e piena di talento, Antonio Marras si rivolge per creare la sua collezione autunno inverno 2016 2017. Dall’incontro creativo ne nascono abiti che si propongono come manifesto come mezzo di comunicazione, dalle linee semplici, arricchiti da ricami, fettucce colorate, patchwork, ruches e intarsi. La palette cromatica è forte, intensa, quasi futurista, si accende dei toni del viola melanzana, del giallo zafferano, del malva, del curcuma, del verde salvia e del celeste, mentre le stampe sono caratterizzate da disegni geometrici. La silhouette nasce da un gioco di sovrapposizioni con rimandi folkloristici e e suggestioni cubiste e espressioniste. Sfilano, uno dietro l’altro, abiti, gonnelloni, tute over e maxi camicie, completate da stole in pelliccia colorata, stivali da lavoro, zaini, cappelli e foulard. Epica l’uscita finale, con le modelle sbandieranti

Comincia senza aspettare nessuno, la sfilata di Anteprima, il marchio nato nel 1993 dalla mente della stilista giapponese Izumi Ogino. Sulla passerella sfila una collezione dalla silhouette neo-classica e sartoriale, la cui palette cromatica sembra volere portare una ventata di primavera e di estate nel grigiore invernale. Così, insieme al grigio, protagonista è il bianco, colore estivo per eccellenza, insieme al giallo, al viola e al verde. Sfilano tailleur sartoriali, ispirati ad un’indimenticata icona di stile come Jackie O, abiti leggerissimi in seta preziosa sui quali sono stampate maxi rose, che ritroviamo anche nelle camicette con maxi gala al collo, gonnelloni con maglioni oversize in morbido cashmere e cropped pants.

Pinella PETRONIO