La Settimana della Moda Donna autunno inverno 2014 si inaugura con grandi scoop: un’eclatante fuga di notizie su Twitter e un giro di poltrone hanno lasciato a bocca aperta i fashionisti giunti a Milano per ossequiare gli stilisti delle più grandi maison di moda. Apre le danze il tweet di Paola Bottelli che, ops, si è lasciata sfuggire: “Diego Della Valle incorona Alessandra Facchinetti direttore creativo di Tod’s #mfw”. E fu così che il caffè andò di traverso alle fashion editor che stavano ancora facendo colazione.

Grandi novità in casa Tod’s, quindi, che accoglie l’ex direttore creativo di Gucci, Valentino e, ora, pure di Uniqueness. Speriamo questa sia la volta buona. Fuori anche Bianca Maria Gervasio, alla guida della maison Mila Schön dal 2007. La designer, di origini pugliesi, con il suo talento, la sua grande forza espressiva e il suo instancabile impegno era riuscita a riportare in auge il brand. Ci chiediamo tutti il perché della scelta di preferire alla Gervasio un pull di creativi. E ci chiediamo, soprattutto, chi sarà il fortunato brand a portarla nella sua squadra. Accattatevill.

Si parte subito alle 9,30 con Paola Frani che porta in passerella una donna discreta, seducente e sofisticata che ama giocare con una palette cromatica ridotta al minimo indispensabile – bianco, nero e rosso – concedendosi soltanto l’argento dei dettagli metallizzati.

È una donna che vuole sedurre con le sue curve procaci, quella di For.Me (il progetto pensato da Elena Mirò per vestire le donna dalla taglia 44 alla 52). Una donna con un attitudine da femme fatale che si rivela in abiti che sottolineano il punto vita e si aprono in gonne ampie che cadono morbide accarezzando i fianchi, in tubini che rivelano forme burrose e in cappotti stretti da cinture. Stampe animalier, inserti di pelle e di cavallino, colori audaci e stringate a punta rivelano l’essenza di una collezione che fa sapiente uso del know how sartoriale.

Frida Giannini rinuncia ai vezzi romantici e al languore delle ultime collezioni per tornare alle origini. Una collezione, quella disegnata dalla designer per Gucci, di grande forza e impatto emotivo che intende narrare i moti dell’animo di una donna forte, sensuale, risoluta e spigolosa. Tutto fuorché materna, nonostante la Giannini stia per partorire la sua prima bambina. Aleggia ovunque un vago sapore eighties nelle spalline alte e in evidenza, nei volumi costruiti e decisi, nelle forme spigolose e nel trionfo di piume e paillettes. Una femmina che sa di essere femmina, una domina (dal latino padrona) che gioca con calze a rete, stivali alti che sfiorano l’orlo delle longuette e lunghi guanti. Il cappotto avvolge come un bustino, i pantaloni aderiscono al corpo come una seconda pelle e il little black dress si apre sul retro lasciando vedere le scapole e la schiena. I tessuti – pelle, pitone, cavallino, seta, lana boucle, macro pied de poule ma anche velluto – sono opulenti e lussuosi. Carta da zucchero, vinaccia, ruggine e verde muschio sono i colori che dominano sulla passerella, instaurando un dialogo a distanza con il nero.

Sorprende con una collezione che sembra disegnata da altri stilisti quella disegnata dal duo Maurizio Modica e Pierfrancesco Gigliotti. Le musiche, l’andamento delle modelle, persino l’atmosfera che si respira sembrano avere perso quell’aura ludica, anticonformista, ironica e dissacrante che contraddistinguono Frankie Morello sin dal suo primissimo esordio. Cappotti hanno volumi scultorei e sono realizzati in tessuti lavorati, le cui trame disegnano grafismi sul tono del rosso e nero, così come gli abiti. Le giacche egg shaped, talvolta profilate da inserti in plexi, sono abbinate a piccolissimi shorts o a gonne lunghe fino al ginocchio. La proposta per la sera è un corteo di abiti neri cosparsi e illuminati da ricami di schegge di specchi infranti. Qualcuno dice che i due vogliano dare un nuovo posizionamento immagine al brand e il primo esperimento sembra essere abbastanza riuscito. Anche se proprio non riescono a fare a meno di sdrammatizzare l’austerità con cappelli con macro visiera.

La collezione disegnata da Alessandro Dell’Acqua per N.21 è stupefacente. Il designer ama esibirsi in virtuosisimi di stile che uniscono completi lady like dalle nuance confetto con sorprendenti e brillanti mocassini arricchiti da dettagli gioiello e calzini tempestati da piogge di luminosi swarovski. Il bello è la sorpresa, è quello che non ti aspetti. E così nella stessa collezione, o talvolta nello stesso capo, convivono l’attitudine sport della felpa e quella glamour delle paillettes e delle perline, il tradizionale tartan della gonna si pavoneggia con cristalli e incrostazioni sberluccicanti, pantaloni asciutti e severi di lana si portano con camicie bon ton impreziosite da ricami iperfemminili.

La congrega dell’Olimpo dei giornalisti della moda, a partire da Franca Sozzani fino ad arrivare a Carine Roitfeld, siede tutta in prima fila alla sfilata di Andrea Incontri. Salette piccole, con poche sedie e grandi specchi alle pareti, abiti dal fascino irresistibilmente retrò: sembra di assistere ad un defilé d’altri tempi, quando ancora la moda era una cosa bella e pulita, scevra dal clamore e dagli eccessi di questi giorni. Chignon cotonati e cerchietti larghi, le donne di Andrea Incontri sembrano venire dalla Milano degli anni ’60: pulite, sobrie, raffinate con i loro abiti lunghi rosso fuoco, le gonne a campana, gli scamiciati abbinati alla camicia bianca, le cappe svasate e le gonne in tartan. Andrea Incontri non cede alla tentazione dell’orpello, all’esibizionismo a tutti i costi. Andrea Incontri porta in passerella una moda bella.

Bianco. Nero. Bianco e nero. Sono gli assoluti protagonisti dell’autunno inverno 2013 2014 di Francesco Scognamiglio. Una processione lenta e cadenzata di donne che scelgono ora il bianco immacolato, ora il nero seducente, ora, ancora preferiscono l’armonia dei due colori-non colori insieme. Sempre romantica, con le ruches che animano look altrimenti troppo austeri dalle silhouette fluide e scivolate, ama la modernità del plexiglass nelle maglie che si aprono con oblò sui fianchi, e la trasgressione delle stampe maculate – bianco e nero ça va sans dire – su lunghissimi abiti di leggero chiffon. Gli abiti lunghi vengono riproposti anche per la sera, ma al calar del sole si fanno ancora più impalpabili, trasparenti come una garza e arricchiti da preziosi ricami.

Pinella PETRONIO