Nonostante il freddo tardi ad arrivare, l’autunno avanza inesorabilmente. I giorni scorrono veloci e in un batter d’occhio arriverà l’inverno la sua neve e le basse temperature. Quando il freddo diventa molto pungente, il cappotto non basta. L’unica soluzione diventa allora un caldo e comodo piumino.

Personalmente li indosso sempre molto volentieri, perché sono un ottimo compromesso tra comodità e glamour. Essendo però molto freddolosa detesto i piumini corti; credo che siano una contraddizione in termine perché trovo assurdo indossare un capospalla che lascia scoperta la pancia. Quindi, se piumino deve essere che sia lungo e che copra fino alle ginocchia così da tenerci ben caldi anche quando il tempo diventa inclemente e le temperature scendono sotto lo zero.

Mi piacciono moltissimo i capi realizzati da Moncler. Trovo che quella del marchio italiano sia la storia di un’azienda geniale che è riuscita a ridare lustro e a rendere nuovo e attuale un capo che era di moda negli anni ’80. Pensare che ancora oggi i ragazzi – e non solo – fanno la coda a Natale davanti al negozio per indossare un capo che mettevo io tanti anni fa, mi fa pensare che siano stati molto bravi a riuscire a svecchiare la loro immagine, a rivoluzionarsi e a stare al passo con i tempi, anche grazie ad un attento lavoro di ricerca stilistica e di sperimentazione di nuovi materiali.

Qualitativamente Moncler è sicuramente uno dei top di gamma. Se posso permettermi, credo che siano un po’ cari, ma bisogna ammettere che da questo punto di vista anche Peuterey, forse il più grande competitor del marchio dal 2003 di proprietà dell’italiano Remo Ruffini, si gioca bene la sua partita. Il marchio ideato e brevettato da Graziano Giannelli, diventato un’icona in pochissimi anni, realizza prodotti ottimi, di grande impatto, nuovi nelle forme e molto innovativi per ciò che concerne i materiali. Belli sia i modelli da uomo che quelli da donna, tanto che qualche anno fa io e mio marito abbiamo comprato lo stesso modello.

Se dovessi instaurare un parallelo fra i due brand, credo che Peuterey sia più sobrio e classico, che segua meno le tendenze della moda, mentre Moncler sta differenziando molto la gamma, inserendo in collezione, oltre ai modelli classici, piumini attenti all’evoluzione del design, che li rende talmente versatili al punto da poter essere indossati anche con gli abiti da sera.

Alcuni penso che il successo di questi marchi sia essenzialmente legato alla griffe e a tutto quello che rappresenta. Io, invece, credo che dipenda da ben altri fattori: quando si decide di investire nell’acquisto di un piumino come Peuterey o Moncler lo si fa perché questi brand sono sinonimo di qualità nel tempo. È sempre meglio prendere un piumino che scaldi veramente, che stia bene addosso e che si può indossare anche l’anno successivo all’acquisto, piuttosto che buttare soldi comprando un piumino usa e getta. La gente oggi sta molto attenta a quello che acquista e trovo che questo sia anche un buon segnale per quelle aziende serie che investono nella qualità del prodotto.

Trovo che mettere un capo solo per la firma sia poco raffinato, tanto è vero che spero che Colmar abbia ridotto la dimensione del logo sul braccio. Personalmente non indosserai mai un piumino che ha mezza spalla ingombrata dal nome del brand, lo trovo abbastanza inelegante. Rispetto a Moncler e Peuterey, il marchio sportswear monzese mi sembra a buon mercato, perfetto per la montagna, ma troppo sportivo per la città. Credo comunque, che con il look giusto, per esempio con dei jeans di velluto e delle Timberland, possa essere piacevole da vedere. Io ho iniziato a sciare con Colmar e sono molto contenta che il brand abbia ancora una bella vita, spero solo che riducano la visibilità del nome perché trovo poco elegante andare in giro brandizzati.

 

Francesca SENETTE – giornalista esperta di moda e nuova fashion blogger di Birkin.it