Dopo gli animali, oramai vanno in letargo anche gli orologi. Questo parrebbe emergere dal recente caso della Swatch, rinomata casa leader dell’orologeria, nata negli anni ‘80  per ridare vita alla presenza svizzera sul mercato dell’orologeria, che dopo un periodo di auge subì un forte calo di appeal nel secondo lustro degli anni ‘90 per poi risvegliarsi in questi anni, con un picco di investimento proprio in questi mesi, basato principalmente sulla riproposizione di vecchi modelli molto in voga più di due decenni fa attraverso una massiva campagna pubblicitaria (vedi Flash mob) che già ne determinò il successo nel 1983, anno della prima collezione, consta di 12 modelli, presentata dal brand.

Il Gruppo Swatch, nonostante un sostanziale calo di vendite che non permette comunque parallelismi con il successo targato anni ‘80, resta l’azienda per orologi più grande del mondo, il quale ha anche accelerato l’acquisizione di marchi di lusso svizzeri negli ultimi anni, come ad esempio: Longines, Tissot, Calvin Klein, e altri.

Paragonato agli orologi convenzionali , uno Swatch era dell’80% più economico da produrre, grazie all’assemblaggio completamente automatizzato; oltretutto aveva un’ottima resistenza anche all’acqua, risultando perfettamente impermeabili.Divenne addirittura o usarli per legarsi i capelli a coda di cavallo.

La ribalta odierna è figlia di due fattori: la massiva campagna marketing e il concetto di spendibilità dell’oggetto che resta sempre lo stesso: proporre un orologio dallo stile casual e divertente  mantenendo lo status di orologio economico adatto a qualsiasi tasca, L’azienda ha saputo rinnovarsi molto negli ultimi anni attraverso il perfetto connubio tra restyling odierno e riproposizione di tutti quelli che furono i punti chiave del successo anni ‘80, anche se accanto ai classici orologi in plastica sono nati orologi più sobri realizzati anche con cinturino in pelle o in metallo.
Oggi la fabbrica svizzera ripropone alcuni modelli, come i Pop Swatch, che all’epoca potevano essere attaccati direttamente ai vestiti, e il BeepUP, modello che all’epoca non ebbe molto successo, visti anche i costi del servizio che erano di poco inferiori ai costi di un più comodo e funzionale telefono cellulare che includeva un sofisticato sistema di cercapersone tipo “Teledrin”.
A differenza di altre marche in voga ormai quasi 30 anni fa, vedi Hip Hip, che comunque sono letteralmente rinati in questi ultimi anni dopo un periodo di parvente sparizione, e sulla falsa riga di Casio, anch’essa tornata in auge dopo anni passati nel dimenticatoio, Swatch è semplicemente andata in standby, tornando alla ribalta dopo un periodo di “penombra commerciale” con più di una dozzina di differenti tipi di orologi, da quelli col corpo in metallo (le serie Irony), a quelli subacquei (le serie Scuba), a quelli col corpo sottile e piatto (la famiglia Skin) e perfino un orologio connesso ad Internet (le serie Paparazzi). Come non ricordare poi l’orologio simbolo per una generazione di bambini, il “Flik-Flak”, riproposto attualmente con movimenti semiautomatici, nonché orologi decorati con diamanti.
E questa estate?cosa ci proporrà la casa svizzera? Probabilmente si celebrerà sia il duello con Hip Hop che il lancio della super colorata collezione “Colour Codes” con quattro linee: la luminosa, giovane e accattivante “Shiny“, la sobria e dalle opache tonalità “Matt“, la creativa “Artists” e la sportiva “Chrono“.
Tra le varie proposte,  sono indubbiamente gli orologi “Shiny” a catturare l’attenzione femminile con i colori brillanti e plastici dei modelli pink (Dragon Fruit), viola (Callicarpa), o orange (Fresh Papaya), solo per citarne alcuni. Aperta dunque la “sfida” estiva, magari con la sorpresa di un terzo concorrente dell’ultimo minuto!

Marco Poggi