Le donne vanno matte per le scarpe ma le fashioniste più agguerrite sanno investire follemente tutti i loro risparmi per collezionare nella loro cabina armadio innumerevoli paia di shoes, sempre diverse e sempre acquistate in base all’umore o a una particolare fantasia … un po’ alla Carrie Bradshow di Sex and the city.

Anche gli uomini cominciano a non essere da meno, per non parlare dei ragazzini che amano camminare su suole colorate, glamour e sempre al passo con i tempi.

Zipz fa davvero al caso loro e, a 5 anni dalla loro nascita in California, sono atterrate anche su suolo italiano per stuzzicare i gusti mutevoli ed esigenti di tutti gli amanti delle scarpe.

Qual è il plus di Zipz? Sono sneakers dotate di chiusura lampo che permette di cambiare la tomaia ogni volta che lo si desidera: con l’acquisto separato di suole e tomaia si possono creare una quantità infinita di combinazioni. Fantasie, colori e stili tutti da sperimentare, assecondando di volta in volta un particolare stato d’animo, definendo con una creazione “fai da te” una speciale emozione, sancendo con il proprio cammino un momento che vuole essere ricordato.

Le Zipz sono il risultato di un improvvisato brainstorming familiare: durante un canonico barbecue tra famiglia e amici Jerry Stefani, un imprenditore di Irvine – città californiana a sud di Los Angeles – ha avuto una brillante intuizione che ha fatto la sua fortuna ed è diventata il suo fiore all’occhiello.
Ispirato da una lamentela della madre dei suoi nipoti, insoddisfatta che i figli volessero sempre scarpe nuove, e possibilmente poterle cambiare più volte al giorno, Stefani capisce di poter realizzare una “scarpa intercambiabile”.

Non solo ha avuto un acutissimo colpo di genio ma ha regalato a tutti un’occasione per rendersi unici e fare la differenza, comunicando se stessi attraverso la creatività nel vestire i propri piedi.

Le Zipz in un batter di ciglia è diventato un brand di livello internazionale, conquistando milioni di persone in tutto il mondo. Perché anche i nostri passi hanno bisogno di stile.

Roberta Restretti