Abbiamo intervistato Luca Iaccarino un giornalista amante della vita e del buon cibo che ci ha accolto con una massima divertente “Io amo molto ti vegani, lasciano a me un sacco di cose buone da mangiare!” Ecco cosa ci ha raccontato di sè e del suo ultimo divertente libro che presenterà, tra l’altro,  al prossimo Salone del Libro di Torino. (www.salonelibro.it)

Luca Iaccarino, come ti piace descriverti?

luca_iaccarino BASSAIn tempi di social network abbiamo tutti la nostra descrizione bella e pronta, e pure in meno di 140 caratteri. Ecco la mia “Viaggio e mangio grazie a EDT-Lonely Planet, Repubblica, Slow Food, Vanityfair.it e Mondadori. Sono felice grazie a una moglie paziente e due figli onnivori”. Tutto vero: mi piace viaggiare, mi piace mangiare, mi piace la spensieratezza – cui ho appena dedicatoIl gusto delle piccole cose Breve manuale di spensieratezza – e sono grato alla mia famiglia che quando può mi accompagna, quando non può mi lascia andare senza troppi rimbrotti.

Il tuo main course, per rimanere in tema, è il cibo nei suoi molteplici aspetti, come sei riuscito a coniugare questa passione con il lavoro.
Riuscire a trasformare in lavoro ciò che ci piace è una delle maggiori fortune che si possano avere. Personalmente ci sono riuscito semplicemente facendolo. E cominciando molto presto: il primo giornaletto fotocopiato l’ho fatto, con amici, alle elementari. Poi uno alle medie, uno alle superiori, uno durante gli anni dell’università e in quel periodo, visto che ci voleva un direttore responsabile, siamo entrati in contatto con un giornalista “vero”: di lì ho cominciato a collaborare con La Repubblica e poco dopo ho mandato un curriculum a un mensile torinese che cercava un redattore. E mi hanno preso.

Hai scritto parecchio, per guide prestigiose e patinate, ora questo libro che parla anche di cibo, ma non solo, forse più che altro di cibo per l’anima come è nata l’idea e qual è il filo conduttore
L’idea di raccogliere tanti episodi brevi, divertenti – si spera – è nata sul web. A un certo punto tante persone hanno cominciato a dirmi: la mattina leggere quello che posti su Facebook mi mette di buon umore. Il buon umore è sottovalutato: è una cosa fondamentale per la qualità della vita ma l’umorismo non esiste più, forse sembra una cosa “sempliciotta” in questi tempi così smaliziati. Invece ci sarebbe tanto bisogno di un nuovo Achille Campanile, di un nuovo Ernesto Ragazzoni, di un nuovo Marcello Marchesi.

Qual è la piccola cosa che oggi ti ha dato gioia?
E’ una banalità, ma i bambini – ne ho due, uno di sei, uno di quattro anni – sono una fonte inesauribile di felicità. Ha ragione il film “Monsters and co”: le risate dei bimbi producono energia. Ma se devo essere onesto, ieri mattina la felicità me l’ha data il primogenito – che mi ha detto, stupendomi, “Papà, pensavo, ma se gli ultimi saranno i primi, nel momento in cui diventano primi i penultimi diventano ultimi e dunque devono diventare primi quindi quelli che erano ultimi e poi primi diventano secondi e questo andrà avanti così finché gli ultimi si troveranno presto, di nuovo, ultimi”. – oggi, invece, una scoperta inaspettata: Gioachino Rossini pianse solo tre volte in vita sua: – Quando, alla prima, Il barbiere di Siviglia venne fischiato; – Quando sentì suonare Paganini; – Quando, durante una gita in barca, gli cadde in mare un tacchino farcito con tartufi. Come lo capisco.

La papera gialla, perché?
Perché ricorda l’infanzia, è di un bel colore squillante e accompagna in un momento di grande relax: il bagno.

Facciamo un gioco : 3 libri , 3 posti nel mondo e 3 piatti che ti danno gioia
“Storie impreviste e ancora più impreviste” di Roald Dahl, “Il diario di Gino Cornabò” di Achille Campanile e “Pesca al salmone nello Yemen” di Paul Torday.

New York, Palermo e Albissola Marina (SV).

La parmigiana, la zuppa di pesce, gli spaghetti in tutte le loro declinazioni. Posso aggiungere il prosciutto crudo? Le acciughe sotto sale? I formaggi? Come si fanno a scegliere solo tre cibi???

Questo è il mese del Salone del Libro, cosa consigli di seguire al Salone prossimamente?
Questa è difficile! Ci sono così tante cose da vedere e da sentire… Nel dubbio, ve ne indico tre cui partecipo: la presentazione dell’importante “Soup for Syria“, una raccolta di ricette di grandi chef i cui proventi vanno ai rifugiati siriani che verrà raccontato dalla curatrice Barbara Abdeni Massaad e da Mario Calabresi; il divertentissimo “Manuale di sopravvivenza amazzonica per signorine di città” di Sara Porro con una degustazione di piatti peruviani e, per concludere il salone, il mio, che porto al Caffè letterario alla fine della fiera.

LEGGI IL NOSTRO SPECIALE SALONE DEL LIBRO DI TORINO 2016

Silvia GALLI