di Alessandra GILARDI

65 milioni di dollari di reddito annuo a livello familiare, 12 milioni solo coi suoi cachet eppure apparentemente la bella Kim Kardashian non sa fare proprio nulla.

Nessuna dote creativa e nessuna dote artistica.

Oggi nell’America profondamente colpita dalla crisi economica è nel pieno del mirino.

E’ diventata a tutti gli effetti un bersaglio, si moltiplicano i siti anti-kim e quelli dove viene promossa come  icona sexy-trash; anche i cittadini non sono indifferenti al suo “guadagno facile” infatti l’hanno eletta a simbolo di chi guadagna tanto senza saper fare nulla pagando anche pochissime tasse.

Nonostante il periodaccio Kim continua comunque a imperversare sui media di ogni tipo e a guadagnare soldi a palate.

Sui social network il suo successo è in costante aumento ad esempio su twitter, che lei usa come strumento autopubblicitario, la bella armena ha già oltre 10 milioni di followers .

In concomitanza con il suo successo proliferano anche i siti per boicottarla, come ad esempio il sito boycottkim.com, nato con lo scopo di far firmare a più utenti possibile una petizione anti-Kardashian.

Chi aderisce a questa petizione si impegna a non acquistare qualsiasi prodotto o brand legato a lei in modo diretto o indiretto.

Tantissime le adesioni infatti la quota si aggira intorno a 530 mila ma il numero è in continuo aumento.

Lo scopo è raggiungere almeno il milione.

Presente anche un piccolo decalogo su come diventare la nuova Kim.

Poche mosse come ad esempio: farsi fotografare con persone famose per poter poi autoproclamarsi famose di conseguenza, girare un video erotico con il proprio partner ( mossa già sfruttata anche da Paris Hilton), fare il pieno di chirurgia plastica per diventare una maggiorata tutta curve e proporre un reality su misura che si basa solamente sulla ripresa della sua vita quotidiana.

Certo Kim non è la prima che usa beceri strategie per diventare famosa, quindi ci viene da chiederci… perché proprio lei?

I legali di Kim comunque hanno già preso provvedimenti contattando i gestori del sito e minacciando provvedimenti legali.

Ma la crociata anti-Kim non si placa, infatti è sorto in America un movimento di consumatori e cittadini californiani favorevoli a una tassazione più forte contro i super ricchi dello Stato.

L’iniziativa “Courage Campaign” ha scelto proprio lei come testimonial.

Lo stogan di questa campagna è appunto: “ Lei e la gente come lei devono pagare più tasse”.

Un momento davvero duro per Kim, il suo successo vacilla, il matrimonio fallito dopo soli 72 giorni e il popolo americano che la boicotta… forza Kim, dopotutto… “ domani è un altro giorno…”