Quante volte è capitato di rovistare nella borsa, o nelle tasche, e non trovare quello che stavamo cercando?
E quante volte, dopo aver cercato dovunque, siamo stati presi dal panico quando abbiamo capito di aver perso ciò che non troviamo più?

Se, a volte, è sufficiente tornare sui propri passi in cerca di ciò che è scomparso, altre è praticamente impossibile, soprattutto se si vive in una grande città e i luoghi percorsi sono tanti, troppi per setacciarli tutti.

Ma, forse, oggi è possibile rientrare in possesso degli oggetti che abbiamo perso, o dimenticato, grazie ad una applicazione per web e mobile che, per la sua innovazione e particolarità, ha anche ricevuto il terzo premio nell’ambito del Women for Expo.

Si tratta di FindMyLost, una startup ideata da Elena Bellacicca, che abbiamo voluto intervistare per sapere come funziona.

La vostra iniziativa ci ha molto incuriosito, ci spiega come funziona il progetto?

FindMyLost è la prima web/mobile Application che permette di mettere in contatto chi perde un oggetto con chi lo ritrova, e proprio per questo mi piace definirla il primo Lost&Found social per la comunità. E’ quindi una community di persone che condivide il senso di collaborazione e il valore dell’onesta.

Il punto di forza di questa piattaforma è che siamo riusciti a renderla molto semplice da utilizzare. Quando qualcuno ritroverà un oggetto smarrito dovrà semplicemente registrarsi gratuitamente, anche tramite i principali Social Network, caricarne la foto dal proprio smartphone, tablet o pc e compilare i campi che ne contraddistinguono le caratteristiche principali, tra cui la geo-localizzazione e la data di ritrovamento. A sua volta, chi avrà perso un oggetto, potrà cercarlo seguendo il medesimo iter. Una volta riconosciuto l’oggetto, il proprietario potrà accordarsi con il ritrovatore sulla modalità di restituzione, tutto tramite gli strumenti messi a disposizione dalla nostra piattaforma. E inoltre potrà offrire una ricompensa al ritrovatore come ringraziamento.

La piattaforma verrà alimentata dagli oggetti ritrovati dai singoli cittadini ma anche dall’integrazione con i database degli uffici oggetti rinvenuti di comuni, strutture ricettive, aeroporti, stazioni e eventi su larga scala. Questo significa che quanto il proprietario di un oggetto lo cercherà sulla nostra piattaforma, nel caso in cui l’oggetto sia stato rinvenuto e pubblicato, potrà venire in contatto o con un singolo utente o con un ufficio preposto.

Trovare qualcosa che si è perso, dunque, da sogno diventa realtà?

Nella nostra quotidianità perdiamo tanti oggetti, alcuni di valore oggettivo o necessari per il nostro lavoro e altri semplicemente cari e insostituibili. Così mi son chiesta: e se ci fosse un modo per recuperarli? E’ proprio da questo bisogno che ho deciso di progettare una piattaforma digitale con lo scopo di fornire una soluzione a un problema esistente: il mancato ritrovamento degli oggetti smarriti.

Immagino vi sia successo di camminare per strada e vedere per terra un cappellino, un guanto, un orecchino, un mazzo di chiavi. Spesso mi sono trovata a raccogliere questi oggetti con la volontà di restituirli al legittimo proprietario ma di fatto non ne conoscevo l’identità e non avevo nemmeno modo di conoscerla. In genere quando ci si trova in questa situazione o si lascia l’oggetto dove lo abbiamo trovato, magari mettendolo in una posizione più visibile oppure, i più volenterosi, lo portano all’ufficio oggetti rinvenuti della propria città. Il nostro sistema va proprio a risolvere questo problema: permette di identificare il legittimo proprietario di un oggetto smarrito in tempi brevi e offre la possibilità di restituirglielo direttamente.

Il portale è già attivo?

La Web App verrà lanciata a fine aprile nella versione beta ossia in concomitanza di Expo Milano 2015. Infatti stimiamo che con la presenza di oltre 20 milioni di visitatori, il numero di oggetti smarriti a Milano incrementerà sensibilmente e questo potrà essere un servizio utile sia ai turisti che ai cittadini ma anche alleggerirà il lavoro della pubblica amministrazione.

Ora stiamo proponendo il servizio sia ai comuni che alle strutture ricettive che potranno creare i loro database digitale direttamente attraverso la nostra piattaforma. Siamo partiti da Milano, dove siamo in contatto sia con il Comune che con Expo 2015 al fine di affiancare il servizio lost and found “on the ground” previsto per i prossimi mesi con il servizio “on air” di FindMylost. Successivamente intendiamo estendere il servizio nelle principali città italiane nei prossimi mesi come per esempio La Spezia che è la mia città natale.

L’obiettivo ovviamente è quello di internazionalizzarci, essendo questo un modello di business scalabile e quindi applicabile in tutto il mondo. Abbiamo visto che questo servizio all’estero sarebbe altrettanto utile e al momento i servizi disponibili sono ancora piuttosto primitivi per cui pensiamo che questo servizio possa essere accolto positivamente.

Al momento potete registrarvi gratuitamente sulla piattaforma al link Findmylost.it per riservare la vostra username e rimanere sempre aggiornati sullo sviluppo del progetto. Mi raccomando seguiteci sui social agli account Facebook, Instagram, LinkedIn: findmylost, Twitter: @FindMyLostApp, Google+: FindMyLost app

FindMyLost è stato molto apprezzato nell’ambito del WE – Progetti delle donne. Quale aspetto ha colpito di più gli organizzatori?

Ho lavorato duro per il concorso Women for Expo, sono state presentate 99 idee da 134 donne. Sono felice che la giuria abbia apprezzato come anche da una idea semplice possa nascere un servizio di Social Innovation utile per la nostra quotidianità. Sono molto entusiasta di aver raggiunto questo risultato e che il progetto abbia suscitato parecchio interesse.

Il premio VIVAIO mi è stato conferito da Accenture che mi accompagnerà nei prossimi passi. Parte del premio e’ anche visibilità nell’ambito della programmazione del palinsesto e del calendario degli eventi del Padiglione Italia.

Aprire una startup può rappresentare la svolta professionale vincente, ma per emergere cosa occorre? E’ sufficiente proporre qualcosa di nuovo, che prima non esisteva, o è necessario trovare un finanziatore che appoggi il progetto?

Penso che in primis sia importante che il progetto colmi un bisogno di mercato ancora insoddisfatto attraverso un sistema e un modello di business innovativo. Nel nostro caso l’innovazione e’ che sia first mover sul mercato, infatti non esiste un sistema che permetta di identificare il legittimo proprietario di un oggetto smarrito in tempi brevi. Il nostro obiettivo e’ essere l’unico punto di riferimento nel mondo dei Lost&Found e il più grande aggregatore di database in Italia e WW.

E’ sicuramente importante per il successo del progetto, oltre che l’idea e la sua execution, che si reperiscano le risorse finanziarie necessarie per il lancio e per il marketing del prodotto. Noi abbiamo ricevuto il primo finanziamento da Accenture e ora stiamo incontrando altri investitori per reperire ulteriori risorse.

E’ stato difficile trasformare l’idea in una startup? Quanto tempo ci è voluto?

Ci e’ voluto circa un anno per formare il team di FindMyLost, un team coeso di persone skilled, e dare forma al progetto. Sono affiancata infatti da Davide Bonfiglio, che si occupa delle programmazione della piattaforma in qualità di CTO, persona con 15 anni d’esperienza nel settore, e da un’altra persona che si occupa del marketing/ comunicazione. Dopo il lancio della piattaforma dovremo inserire altre persone giovani e motivate nel team che ricoprano ruoli principalmente in ambito commerciale/ graphic design.

Vera MORETTI