A meno di un mese dalla serata inaugurale, in programma per il 18 febbraio, del sessantaquattresimo Festival della Canzone Italiana di Sanremo, nella sede Rai di Milano si è tenuta la consueta conferenza stampa di presentazione.

“Non vogliamo più le canzoni sanremesi nel senso classico, il festival deve essere un punto di partenza e non di arrivo di un progetto. Per scegliere i brani abbiamo tenuto in considerazione innanzitutto la loro potenzialità rispetto al mercato. In questo senso abbiamo pensato a brani che fossero scaricabili, cioè adatti al pubblico dei consumatori”. Con queste parole Fabio Fazio definisce il suo quarto Festival di Sanremo, il secondo consecutivo dopo le esperienze nel 1999 e nel 2000, dove punterà tutto – o gran parte, comunque una novità per la kermesse sanremese – sull’appeal commerciale dei pezzi in competizione, «evitando nomi storici, o che facessero notizia solo con la loro presenza»

Ventotto canzoni, due per ciascuno dei quattordici cantanti in gara, una delle due viene eliminata dopo la prima serata da un voto misto di pubblico e critica, un proposta musicale, a detta del presentatore savonese, «superiore all’anno scorso».

Mauro Pagani, già fondatore della PFM e storico collaboratore di Fabrizio De André, oggi direttore musicale del festival, ha dichiarato: «Dai testi emerge la volontà di aggrapparsi alla speranza anche in un momento difficile come questo. Non posso ovviamente citare i titoli, ma voglio dire che quest’anno ci sono alcuni brani scritti in modo magistrale, canzoni che francamente avrei voluto scrivere io»

Le premesse per un’edizione moderna e “scaricabile”, sempre e comunque nel classico stile sanremese, ci sono tutte, non resta che aspettare…

Jacopo MARCHESANO