Se pensate che le matrigne siano donne bellissime ma cattive, vi sbagliate di grosso.

Seconde mogli di uomini ormai già padri di prole altrui, si destreggiano più o meno agilmente tra il nuovo amore, la carriera, i propri sogni e i figli… degli altri.

E ci sono donne che tutto questo non lo vivono (più?!) come contrappasso obbligato per aver ottenuto l’amore di un uomo divorziato, ma come ormai piacevole routine dopo un mare di imprevisti, difficoltà e pianti solitari.

Una di queste donne straordinariamente forti e determinate è Rossella Calabrò, già autrice di Uova di Matrigna (sotto pseudonimo) e Mogliastre, che giunta al suo terzo successo si rivolge proprio a noi figliastre: donne in miniatura che una mamma già ce l’hanno, ma si trovano tutto d’un tratto ad ereditare anche una “tipa del papi” di natura assai dubbia.

Questo romanzo nasce infatti come una raccolta di “appunti di diseducazione sentimentale per figlie, figliastre, madri e matrigne”.

Diseducazione, perché si rivolge ad una giovanissima figliastra con parole ed idee poco politically-correct ma molto utili nella vita pratica di ogni adolescente che si rispetti: sfiora temi complessi quali la politica, l’omosessualità, la violenza sulle donne, la chirurgia estetica e la morte con la delicatezza di una mamma e la sincerità spudorata dell’amica del cuore.

Nessuna paura a rivelare i piccoli grandi segreti che tutti gli adulti tendono ad occultare nel famoso armadio assieme agli scheletri, perché d’altronde non è una mamma, ma una matrigna! Affronta perciò a viso aperto tutte le esperienze dell’adolescenza dall’autostop ai disturbi alimentari, passando per le comuni degli anni ’70 e gli abbordaggi non voluti, al limite della violenza.

La storia sta tutta in una valigia, eredità della giovane destinataria, piena di oggetti strani e deliziosi che raccontano passo passo il rapporto tra una matrigna che non ha mai voluto diventare madre, e una figliastra che di madre ne ha già una. Il racconto commovente del loro primo incontro, le spassose parentele prive di DNA comune, il desiderato secondo matrimonio e ricordi d’infanzia mixati ad episodi spassosissimi della gioventù contemporanea.

La metafora d’effetto più morbida del libro? Il paragone tra gli adolescenti e una muta di Husky in fuga al Polo: occhi di ghiaccio e cuore di panna… Non proprio facili da gestire, ma curiosi e vispi, desiderosi di comprensione e amicizia, ma anche di regole e consigli.
Un’autrice gattofila e perspicace, un romanzo delizioso e toccante che piacerà a tutte le figliastre (e non).

“Noi adulti facciamo un sacco di cose strane per non ferirvi, mentre tante volte la verità, spiegata in modo che possiate capirla, è la scelta migliore”

Infatti Rossella, è la lettera d’amore matrignesco più bella che una figliastra possa desiderare!

Erika Pompili