Non c’è niente di meglio che dimenticarsi del mondo esterno, prendere in mano un buon libro e cominciare la lettura: scorrere le pagine, l’odore della carta e dell’inchiostro sono senza dubbio alcuno una delle soluzioni migliori per far fronte alla noia e al contempo rilassarsi. E poi si sa, leggere apre la mente e i libri fanno vedere le cose da un’altra prospettiva.

Se appartenete a quella categoria di donna che al mazzo di fiori preferiscono una pila di libri, avrete senz’altro letto “Donne che amano troppo” di Robin Norwood, bestseller da oltre cinque milioni di copie vendute che offre in modo ludico le ragioni per cui molte donne si innamorano dell’uomo sbagliato e spendono inutilmente le loro energie per cambiarlo.

Pane quotidiano per molte di noi, quante volte ci siamo avventurate in storie sbagliate in partenza eppure abbiamo perseverato speranzose che le cose sarebbero potute cambiare? Che noi lo avremmo cambiato, ma si sa, come diceva Mia Martini “Gli uomini non cambiano”.

Quando amare diventa “amare troppo”, quando le donne non riescono più a liberarsi del partner e pur sapendo che la situazione non ne vale la pena continuano a farsi sconvolgere più profondamente in un meccanismo di assuefazione: è proprio in questo preciso momento che leggere “Donne che amano troppo” diventa importante per riuscire a capire le ragioni di tale condizione in cui ci siamo ficcate. È con simpatia e grande competenza professionale che Robin Norwood, autrice di “Lettere di donne” che amano troppo, “Un pensiero al giorno” e “Guarire coi perché”, indica un possibile itinerario verso la consapevolezza di se stessi e verso l’equilibrio dei sentimenti.

Perché come dice Robin Norwood: Invece di una donna che ama qualcun altro tanto da soffrirne, voglio essere una donna che ama abbastanza se stessa da non voler più soffrire.

Giulia DONDONI