di Alessandra GILARDI

Dal 29 febbraio è nelle librerie la prima autobiografia di Carlo Verdone, mentre nelle sale cinematografiche è in visione Posti in piedi in Paradiso che lo vede al contempo regista e attore.

Superati i 60 anni, l’artista romano si racconta e la sua vita si dipana tra le stanze di “La casa sopra i portici”, centro da cui ha origine il flusso di ricordi .

La casa, che dà il titolo al libro, è quella paterna.

Questa operazione di “recollecting memories” prende avvio dalla giovinezza, rivisita il rapporto con i genitori e i fratelli, ricorda le prime esperienze sentimentali in un excursus di piacevole lettura.

Ricostruisce le atmosfere domestiche e le vicende spesso colorite di tanti frizzi e scherzi senza tralasciare i drammi che hanno colpito la famiglia.

Seguiamo il giovane attore mentre muove i primi passi al Centro Sperimentale sotto la guida di Roberto Rossellini, uno dei più importanti registi del cinema italiano. E via, via lo accompagniamo nella genesi dei suoi molteplici film e siamo coinvolti in tutti i retroscena e gli aneddoti più esilaranti che ne segnano la lavorazione .

La narrazione sottolinea il rapporto cameratesco con gli attori che sono da lui diretti o che sono compagni di avventura e non tralascia di citare le amicizie che hanno profondamente segnato la sua carriera cinematografica e la sua vita: Sergio Leone, Federico Fellini e Massimo Troisi con la sua amara comicità.

E per chi non lo sapesse conosciamo il grande amore di Carlo per la musica: le sue preferenze di genere e di gruppi musicali e di cantanti.
Scopriamo, nel caso non lo sapessimo, un personaggio a tutto tondo: un artista versatile che sfodera doti di grande autenticità quale regista, attore, autore che, nella sua trentennale carriera, ha saputo magistralmente cogliere, affrontare e rappresentare le idiosincrasie, i difetti e i falsi miti della nostra società. Con occhio disincantato, talvolta spietato, ma mai di condanna.
La sua visione della realtà del nostro paese appare oggi più misurata ed equilibrata.

E gli riconosciamo pure una fluidità narrativa nel presentarsi a partire da “La casa sopra i portici”.