“…Si dimenticò di scappare, forse perché era finita la stagione delle fughe o forse perché non ne ebbe il tempo o il modo. O forse fu invece perché si trovò bene nella nuova sistemazione, con qualcuno che apriva la porta quando ancora saliva le scale, in una casa dove era sempre il primo e il più importante…”

L’autrice roveretana si è dedicata in questi anni ad analizzare il rapporto tra genitori e figli grazie anche alla rubrica di lettere che tiene sul Corriere della Sera; in questo libro si parla della sofferenza dell’infanzia all’interno delle famiglie di oggi e del modo in cui sono cambiati i nuclei familiari, riportando i problemi, i dolori, i disagi e le inadeguatezze vissute sotto il segno della solitudine, unica protagonista della società contemporanea.

In questo libro si raccontano storie di figli dimenticati e lasciati soli da genitori fragili, frustrati o semplicemente egoisti e noi lettori ci scopriamo legati ai racconti di queste piccole vite difficili segnate dalla solitudine.

C’è Lorenzo con i suoi “non voglio” gridati e le sue mille domande. Rassegnato, si ridurrà a spegnere la sua energia e la sua curiosità diventando un adolescente silenzioso, assente e indifferente.
Annalisa, intoccabile e irraggiungibile, innamorata del suo corpo senza carne.
Paolina, bambina deliziosa, è l’immagine di figlia che ogni genitore vorrebbe avere, ha ricevuto un’ottima educazione ed una serie di stimoli che le potrebbero permettere di sviluppare tutte le potenzialità di intelligenza e di creatività.

Ma i genitori purtroppo si separano, e qualcosa si inceppa. La strada già delineata comincia a presentare ostacoli ai quali gli adulti non erano pronti.
Paolina comincia a cambiare atteggiamento, non è più la stessa, qualcosa si è drammaticamente spezzato. Rimettere insieme i cocci sarà faticoso, doloroso e ci vorrà molto tempo , ma alla fine si ridurrà a vivere per strada, sporca e arrabbiata.
Pietro scappa di continuo da casa per sottrarsi alla triste realtà di una famiglia allargata.
Francesco vedrà la sua trascinante vitalità prosciugata da videogiochi e film porno.

Il “mestiere di genitore” è il lavoro più difficile del mondo, tutte le storie che ci vengono raccontate hanno un denominatore comune: la responsabilità e la fatica che madri e padri sperimentano nel loro “crescere” per poter essere in grado di “far crescere” i propri figli.

Se la casa è vuota ” è un titolo duro e provocatorio, ma con la delicatezza tipica del mondo femminile si cerca di accendere i riflettori su giovani deboli e indifesi spesso abbandonati per buona parte della giornata davanti alla televisione oppure ai loro videogames.
Da queste storie si evince la necessità da parte dei genitori di creare una maggiore consapevolezza fatta, di tempo e capacità di amare, indispensabili fondamenta per instaurare un rapporto serio e consolidato con i bambini, persottrarli da un futuro sterile, negativo e infruttuoso.

Questo libro è una buona occasione di riflessione, noi ne abbiamo fatto tesoro e voi?

Alessandra Gilardi