Quando si parla di cucina con la C maiuscola, in molti pensano a quella italiana, che si è conquistata sul campo la fama di cui gode in tutto il mondo, grazie ai piatti della secolare tradizione che, di regione in regione, ci accompagna in un viaggio tra gusti e sapori diametralmente opposti tra di loro.

La varietà delle eccellenti materie prime del territorio, il meltin’ pot culturale di popoli che ha lasciato tracce anche nella cucina hanno consacrato la nostra tradizione culinaria quale regina assoluta.

Ad insidiare il primato dell’Italia ai fornelli la Francia, nazione a cui siamo legati a duplice filo per via della vicinanza geografica e per le vicende storiche che hanno visto nei secoli i Francesi ingolositi dal nostro territorio, che hanno cercato di conquistare.

Della rivalità con i cugini d’Oltralpe, del primato della cucina italiana nel mondo e di quello dei Francesi, specialisti nell’arte dell’accoglienza, ci parla Filippo La Mantia, chef siciliano di fama internazionale, che dal suo ristorante romano dispensa opinioni, consigli e tendenze gustose quanto le leccornie che lo hanno reso uno dei cuochi italiani più rinomati nel mondo.

Lo dico e lo ribadisco: la cucina italiana è la migliore in tutto il mondo. Non ci sono dubbi. Io e i miei colleghi abbiamo girato tutto il globo e posso assicurare che la nostra tradizione culinaria tocca vertici che nessun’altra cucina tocca. Vuoi per la ricchezza del nostro territorio, così vario di regione in regione, vuoi per la lunga storia, che ha portato nella nostra nazione nei secoli popoli che hanno lasciato strascichi del loro sapere anche in cucina, ma la gastronomia Made in Italy è superiore a tutte le altre.

Se questo è vero però, è anche vero che bisogna rendere onore e merito anche ai Francesi, che all’incirca 400 anni fa hanno inventato  tutto ciò che è sta attorno al campo del food: le atmosfere, il servizio, l’arte dell’accoglienza e il ricevimento. Basti pensare ad esempio che a Parigi esistono dei negozi aperti appositamente per vendere tutto ciò che c’è intorno al mondo dei tappi da vino.

I cugini d’Oltralpe, con cui storica è la rivalità per quello che riguarda il primato nell’enogastronomia, sono stati in grado di sviluppare un business sensazionale attorno a quello che per noi potrebbe essere privo di rilievo e importanza, come ad esempio il tappo delle bottiglie del vino. Ogni cosa – dalle tovaglie ai candelabri, dai tovaglioli alle posate – è curata nei minimi dettaglia, realizzata ad hoc e pensata appositamente, senza lasciare nulla al caso.

Però l’Italia sulla cucina in sé e per sé continua a mantenere il primato, grazie anche all’arte eccelsa di maestri straordinari che molti anni fa vivena nascolsti, all’ombra della cucina, tra pentole e fornelli e che, invece, adesso fuori dal ristretto spazio della cucina ha iniziato a comunicare agli altri la sua straordinaria creatività. Siamo riusciti a creare un livello di comunicazione attorno al cibo davvero straordinario. E questa è una delle nostre forze più importanti.

 

Filippo La Mantia – chef del ristorante dello storico Hotel Majestic di via Veneto a Roma