Six Feet Under. Sei piedi sotto. A cosa si riferisce il titolo? Beh, a qualcosa di macabro, come d’altro canto è macabro il contesto di questa serie di grandissimo successo.

Sei piedi, quasi due metri: la profondità per seppellire una bara. E di bare se ne vedono non poche, considerando che la serie si basa sulle avventure-disavventure di Nate Fisher (interpretato dall’affascinante Peter Krause) che in seguito alla morte del padre si trova a co-dirigere con il fratello-socio David l’impresa di famiglia, che altro non è che un’agenzia funebre.

La particolarità della serie è che, sebbene esista un filo conduttore nella trama, riguardante amori, passioni e drammi della famiglia Fisher, ogni episodio si apre con una morte di cui in seguito Nate e David si dovranno occupare, venendone più o meno toccati o coinvolti.

Peculiarità della serie è infatti l’interazione, il più delle volte completamente inventata dal protagonista di turno, con la persona che muore e che si trovano a “curare”. Che siano donne cui va rifatto il trucco o che siano uomini orribilmente sfigurati, i protagonisti finiscono in linea di massima ad avere un rapporto con loro, creando un vero e proprio caso per ogni episodio.

In questa serie la morte viene analizzata in ogni piccolo dettaglio, senza badare alle buone maniere: non esistono tabù religiosi, argomenti scottanti e non sono rare le riflessioni puramente filosofiche.
Sebbene inoltre la serie venga classificata come drammatica, non mancano episodi che, facendo leva sull’humor nero, fanno sorridere.

Guardando questa serie ci si ritrova in una sorta di mondo parallelo nel quale la morte, grande paura di una buona parte di noi, viene smitizzata, a volte banalizzata. Il tutto senza risparmiare ai protagonisti e a chi guarda spunti per farsi delle domande sulla propria vita e su come le cose dovrebbero andare.

Originale e di successo, Six Feet Under ha ricevuto premi e ha sempre registrato ascolti ottimi, tant’è che i fan si sono lamentati per la conclusione anticipata decisa dal produttore, nonostante il finale sia piuttosto appagante e rimanga in linea con la trama.
Da seguire per vedere qualcosa di nuovo, che finirà di certo per toccarvi nel profondo.

Caterina Damiano

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