C’erano una volta le curve di Bettie Page, quei rotolini e quella cellulite erano così sexy che facevano impazzire gli uomini e si meritavano scatti bollenti in lingerie bondage. Oggi, nell’era di Photoshop, sono sparite le curve di Postalmarket che tanto hanno fatto sognare le generazioni degli anni ’70: ed ecco svettare su riviste e cataloghi le modelle ultra magre e bellissime quasi somiglianti –non a caso- ad angeli, di Victoria’s Secret.

Ma forse non tutti conoscono la storia di questo brand di lingerie, divenuto famoso negli anni ‘90 per la presenza di top model nelle proprie pubblicità, che venne fondato nel 1977 dall’imprenditore Roy Raymond e che deve il suo nome alla regina Vittoria.

Ci aiuta in questo tuffo nel passato il blog esperto di vintage e chiccherie d’epoca Retrospace, che ha recuperato un catalogo di Victoria’s Secret del 1979, mostrante i primi angeli della maison: niente modelle photoshoppate, bensì pettinature e make up che ricordano le famose Charlie’s Angels, pose poco naturali nelle quali le ragazze fingono di leggere, spruzzarsi profumo o guardare il soffitto (perché mai una ragazza in baby doll dovrebbe guardare il soffitto sul divano?!). Anche le ambientazioni ricordano i boudoir anni ’80 di Penthouse, fotoromanzi sexy o i classici film della commedia erotica italiana alla Gloria Guida.

Insomma, non proprio il massimo questa “innaturalità”, ma se la confrontiamo con le ragazze copertina e le modelle che appaiono oggi sulle riviste tutte ritoccate al pc, direi che per naturalezza gli anni ’80 battono quelli del 2000.

Giulia DONDONI