Sposa al tempo del Conclave: è a questo che ha pensato Maria Celli di Celli Couture, la nota griffe di abiti da sposa di alta moda della Capitale che proprio a Roma, a pochi giorni dalla notizia delle dimissioni di Benedetto XVI, ha presentato la nuova collezione “Atmosfera pietrine”, composta da abiti sobri e claustrali, così come da mise più originali e irriverenti. Testimonial d’eccezione Giada Drommi de Blanck.

Maria Celli e il brand si stringono così attorno alla Chiesa lanciando un messaggio universale: ogni abito da sposa contiene in sé una promessa di amore eterno ed eterno è l’amore che ci lega a Dio.

Da qui l’idea di allestire un tableau vivant di cinque abiti di grande valore artigianale e spirituale che trae la propria ispirazione dalle vesti talari: dal lungo cappotto bianco le cui asole e bottoni di madreperla nascondono una lunga ed ampia gonna sui cui è dipinta l’immagine del Cupolone di San Pietro, alla gonna a corolla e bustier ricamato con un grande fiocco giallo, il colore della bandiera vaticana, i cui lembi cadono morbidamente lungo la silhouette. A completare il look, c’è pure una mantellina ispirata a quella di Papa Ratzinger.

Da sottolineare il modo in cui Celli Couture “osa”, riportando sulla maestosa gonna le frasi più belle sul senso dell’amore e della vita pronunciate da cinque grandi Papi: “Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra” Pio XII;  Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: “Questa è la carezza del Papa” Giovanni XXIII; “Per essere autentico, l’amore deve essere totale, esclusivo, irrevocabile, irreversibile” Paolo VI; “Amare significa correre con il cuore verso l’oggetto amato” Giovanni Paolo I; “L’amore non è una cosa che si può insegnare, ma è la cosa più importante da imparare” Giovanni Paolo II.

Non manca nemmeno l’abito a sirena con lunga cappa double al cui interno sono impresse le parole pronunciate durante l’ultima udienza di Papa Benedetto XVI: Quando ho accettato di assumere il ministero petrino, ho avuto ferma questa certezza che mi ha sempre accompagnato: il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante. Vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate e il vento era contrario, come in tutta la storia della Chiesa e il Signore sembrava dormire. Vorrei invitare tutti a rinnovare la ferma fiducia nel Signore”.

Osare per osare, il velo della sposa-papessa diventa una veletta di pizzo, la stessa indossata dalle nostre nonne durante la Messa della domenica e che ogni donna dovrebbe avere su capo e volto se ricevuti da Sua Santità. Questione di rispetto e di devozione. È proprio da questa tradizione che prende ispirazione il capo dalla silhouette fasciante che si apre romanticamente con morbide balze in tulle.

Insomma, nel giorno del sì meglio vestirsi da principessa o da papessa?

Giulia DONDONI