Per gli amanti dell’arte moderna, ad Ascona, in Svizzera, sta per essere inaugurata una mostra molto interessante, che ha come assoluto protagonista il movimento Dada, fondato a Zurigo presso il Cabaret Voltaire nel 1916.

Per celebrare il centenario dell’evento, il Museo Comunale di Arte Moderna di Ascona, infatti, si appresta ad ospitare la mostra Marcel Duchamp – Dada e Neodada, che, ne siamo sicuri, attirerà folle di appassionati dal 25 marzo al 26 giugno.

L’esposizione, organizzata in collaborazione con lo Staatliches Museum di Schwerin (Germania), rientra nel novero delle celebrazioni svizzere dada100zürich2016, per il 100° anniversario dalla nascita del movimento, e prevede una selezione delle più importanti ed emblematiche opere di Marcel Duchamp, affiancate a quelle dei maggiori esponenti di Fluxus.

La scelta di Duchamp era scontata, poiché si tratta della personalità che maggiormente ha influenzato le avanguardie attive nel periodo tra le due grandi guerre, tanto che fu soprannominato il Michelangelo dell’arte moderna, nonché precursore ed ispiratore dei movimenti che sono nati nei decenni successivi, a cominciare dalla Pop art, fino all’arte concettuale, passando da Fluxus.

Chi non ha mai visto, almeno una volta nella sua vita, la Gioconda di Leonardo da Vinci con tanto di barba e baffi, uno dei ready-made più divertenti, ma anche dissacranti, della produzione dell’artista? Un’opera conosciuta a livello universale, dal valore inestimabile, trasformata in un ritratto dadaista.
A essa si aggiungono altre creazioni altrettanto significative, dalla celebre Boîte-en-valise (1941) al Nu descendant un escalier (1911/1937), dai primi ready-made come Il pettine (1916/1964), a quelli più tardi come i Tabliers de la blanchisseuse (Grembiuli della lavandaia) del 1959.

Ma non è tutto, perché accanto a queste opere ci sono anche quelle degli artisti di Fluxus, movimento neodadaista, che si costituì nel 1962, ma già operante alla fine degli anni Cinquanta, grazie anche all’intermediazione di Duchamp. Gli autori in mostra sono George Maciunas, il suo promotore, qui rappresentato con la serigrafia Stomac Anatomy Apron, Nam June Paik, Ben Patterson, Dick Higgins, Philip Corner, Daniel Spoerri, Ben Vautier, e altri.

Il senso dell’umorismo è il filo conduttore di questi artisti, Duchamp compreso, tanto che i loro lavori sconfinano in campi disparati dell’arte, grazie ad una contaminazione continua tra codici artistici.

A rappresentare perfettamente questa tendenza sono i lavori di Al Hansen, colui che diede vita alla performance e dell’happening art, in particolare nella sua nota serie di collage ispirati all’immagine di Venere, come la Streichholz Venus del 1992, composta da fiammiferi, o la Zoo Venus del 1995, realizzata con un assemblaggio di animaletti in plastica.
Il Fluxus Altar di Geoffrey Hendricks associa alle sue immagini di cielo, apparentemente romantiche, oggetti e mobili installati nello spazio circostante.
Anche le famose boîtes di Duchamp sono riprese in nuove varianti, nell’assemblaggio collettivo della Fluxus Virus Box (1992), nella scatola Autoritratto (1986) di Emmett Williams e nelle Optimistic Box di Robert Filliou, a indicare quanto il pensiero e l’agire di Duchamp siano ancora vivi e attuali.

Una serie di eventi ed appuntamenti importanti ruoterà attorno a questa mostra, a cominciare da sabato 9 e domenica 10 aprile, quando al Monte Verità di Ascona, Ben Vautier, tra i protagonisti di Fluxus, terrà un suo “evento performativo”, confrontandosi con il pubblico sul concetto di verità, tema sempre attuale e particolarmente caro all’artista.
In questa circostanza, Ben Vautier presenterà 10 opere create appositamente per questo appuntamento e allestite negli spazi della Casa dei Russi.

Vera MORETTI

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