E’ appena stata inaugurata la 54ma edizione della Biennale di Venezia che, dal 4 giugno al 27 novembre 2011 ospiterà 83 artisti internazionali.

Ha fatto notizia, ancora prima di cominciare, sapere che a dirigerla sarà una donna, la prima nella lunga storia della Biennale.
Si tratta di Bice Curiger, storica dell’arte e dal 1993 curatrice delle mostre presso la Kunsthaus di Zurigo, nonchè co-fondatrice e caporedattrice della famosa rivista d’arte Parkett e direttrice editoriale della rivista Tate etc della Tate Gallery di Londra.

E’ senza dubbio una persona stimata e dal curriculum importante, perfettamente in grado di dirigere un evento così prestigioso a livello internazionale.
Il titolo quest’anno è “Illuminazioni” e la Curiger, attraverso un’accurata selezione, vuole celebrare il potere dell’intuizione e la luce generata dall’incontro con l’arte. Un’indagine “sull’esperienza illuminante, sulle epifanie derivanti dalla comunicazione reciproca e dalla comprensione intellettuale” , per usare le sue stesse, entusiastiche parole.

Ad “illuminare” l’evento, ci saranno anche alcune artiste italiane, che avranno l’opportunità di esporre i propri lavori e confermare il proprio talento, poiché, nonostante si tratti di donne già note per le loro creazioni, ma relativamente giovani, avranno proposte in grado di suscitare reazioni positive in chi assisterà alle loro performance.

Scopriamole insieme:

Meris Angioletti, artista bergamasca che vive tra Parigi e Milano e che propone un approccio all’arte molto particolare, che prevede un punto di incontro tra scienza e creatività attraverso uso di immagini e video;

Elisabetta Benassi, romana, si è distinta fin dagli esordi, negli anni Novanta, grazie alla sua videoarte attraverso la quale mette in scena situazioni di grande impatto, accompagnate da un ritmo narrativo incalzante, il tutto con una forte valenza simbolica;

Monica Bonvicini, una vecchia conoscenza della Biennale di Venezia, dove, nel 2003, ha vinto il Leone d’oro. La sua è un’arte che si potrebbe definire aggressiva, di de-costruzione e smantellamento: una proposta di scultura in negativo e performativa, per la quale gli oggetti sono ostacoli da abbattere, feticci da distruggere. Un’arte del divenire che vede l’importanza della conquista, anche fisica, della libertà, dove gli oggetti prendono vita per diventare altro;

Giulia Piscitelli, napoletana, artista che, attraverso l’utilizzo di diverse forme d’arte, quali disegno, scultura, performance e video, analizza l’animo umano, anche nelle sue sfumature più cupe, dando così vita a realizzazioni di forte impatto emotivo;

Marinella Senatore, originaria di Cava dei Tirreni, oltre a dedicarsi alla sua arte, insegna fotografia all’università di Madrid, dove vive. La sua principale forma di espressione artistica è la fotografia, accompagnata da video, ma si occupa anche di disegno, pittura ed installazione.
L’originalità delle sue realizzazioni sta nei protagonisti di esse, spesso figure marginali che vengono portate al centro della narrazione costringendo lo spettatore a cambiare punto di vista. In questo modo, la Senatore prende spunto per parlare della realtà in senso più ampio. La luce ha un ruolo centrale nelle sue creazioni, perché crea ambienti, inquadra enigmi, colti in una sorta di sospensione e tensione a volte irrisolti.

Queste ed altre artiste illumineranno la Biennale questa estate, siamo sicuri di aver stuzzicato la vostra curiosità e di avervi dato un ulteriore, valido motivo, per un viaggio alla volta della laguna!

Vera Moretti

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